Settimana importante per i lavoratori della Dema dopo la notizia che sia lo stabilimento di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli che quello di Paolisi nel beneventano non chiuderanno. La Adler ha ritirato il piano industriale presentato in precedenza, che prevedeva un ridimensionamento degli stabilimenti campani, con annessa “dismissione della forza lavoro”. Infatti il presidente di Adler Paolo Scudieri, e l'amministratore delegato di Dema Giancarlo Schisano in un incontro con le rappresentanze sindacali tenutosi presso il Ministero delle imprese e del Made in Italy ha presentato un nuovo programma di rilancio degli stabilimenti ed in particolare a Somma Vesuviana sono state confermate le attività di assemblaggio, del magazzino, dei trattamenti galvanici e della lamiera e degli uffici direzionali. Il nuovo piano prevede anche nuovi impianti ed è confermata l'attivazione del centro ricerca applicato alla produzione, co-partecipato dalla Regione Campania e dell'Università degli Studi di Napoli Federico II. Un risultato soddisfacente per le segreterie nazionali di Fiom, Fim e Uilm “ottenuto grazie alla lotta dei lavoratori che hanno scioperato per ben 32 giorni. Azzerate le linee guida del vecchio piano il confronto proseguirà - proseguono - a partire dagli investimenti per gettare le basi del rilancio del gruppo”. Le organizzazioni sindacali hanno sottolineato come “il mantenimento dei siti produttivi sia un segnale positivo, ma hanno ribadito la necessità di proseguire con un confronto serrato per trasformare questa prima vittoria in un percorso di rilancio concreto. La battaglia per la salvaguardia dell’occupazione non si ferma qui: ora è il momento di dare sostanza agli impegni presi, affinché il gruppo Dema possa guardare al futuro con maggiore sicurezza e stabilità.” Preoccupazione invece per i 413 lavoratori della Jabil di Marcianise . Il 25 marzo si avvicina e con esso i licenziamenti annunciati dalla multinazionale americana dell’elettronica. Per questo nei giorni scorsi c’è stata una manifestazione di protesta presso la sede della Regione Campania in quanto ora la vertenza è nelle mani dell’assessore regionale alle Attività Produttive che dovrà gestire il complesso percorso fino alla scadenza della procedura dopodiché l’azienda, che ha manifestato l'intenzione di cedere lo stabilimento con i 413 lavoratori alla newco Tme Assembly Engineering Srl, società costituita dalla Tme di Portico di di Caserta e da Invitalia, soluzione non gradita dai lavoratori , potrà inviare le lettere di licenziamento ai 413 lavoratori coinvolti, i quali hanno ricordato alla Regione la “necessità di predisporre un piano di rilancio del settore dell’elettronica, e di fare tesoro dei progetti di reindustrializzazione poi falliti, come quelli di Softlab e Orefice”. Proprio per Softlab nei giorni scorsi sono stati garantiti solo 12 mesi di ammortizzatori sociali, mentre è ancora tutta in salita la strada che porta alla fine della vertenza. In settimana è previsto un nuovo incontro.
Raffaella Cetta