Ancora un’altra azienda che va via dall’Italia. Questa volta si tratta della Caterpillar, la multinazionale americana che produce cilindri per macchine movimentazione terra, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento di Jesi, in provincia di Ancona. Un vero e proprio fulmine a ciel sereno per i lavoratori che non si aspettavano questa notizia anche a ridosso delle festività natalizie.
“Leggendo le motivazioni scritte nella lettera di licenziamento degli oltre 200 lavoratori del sito di Jesi - afferma il segretario nazionale Fim Ferdinando Uliano - è ancor più incomprensibile, irresponsabile e inaccettabile la decisione della multinazionale Caterpillar. Non manca l’attività e i volumi, si lavora a pieno regime su 3 turni, la situazione economica e finanziaria è positiva, ma si decide di chiudere lo stabilimento spostando le produzioni a fornitori terzi e dirottandole in Messico e Cina”.
Per il sindacato il comportamento della multinazionale è inaccettabile anche perché tra le motivazioni si afferma che il “costo del prodotto è più alto del 20% rispetto al Messico” e i macchinari in uso a Jesi “sono troppo vecchi”. La società inoltre spiega che una sua mancanza, cioè quella di non aver investito nello stabilimento di Jesi, ha generato costi maggiori e macchinari con età media più avanzata. Un atteggiamento che non può ricadere sulle spalle dei lavoratori.
“Come organizzazioni sindacali - continua Uliano - agiremo a tutti i livelli istituzionali per costringere l’azienda a ritirare il piano di chiusura dello stabilimento di Jesi, aprendo un negoziato con il sindacato per attuare le scelte necessarie volte a garantire la prospettiva industriale e occupazionale del sito. Riteniamo che anche la stessa Confindustria non possa accettare che una propria associata decida in maniera irresponsabile di procedere con i licenziamenti, anziché aprire un confronto a tutto campo con il sindacato volto a intraprendere soluzioni alternative alla chiusura”.
Nel frattempo - assicura il sindacalista - saranno messe in campo tutte le iniziative di lotta possibili per modificare la decisione aziendale compresi presidi e sciopero.
Al fianco dei lavoratori Caterpillar anche i lavoratori Elica che in una nota esprimono sdegno e rabbia per la comunicazione della multinazionale Caterpillar, che in maniera cinica ed inumana ha annunciato la dismissione dello stabilimento di Jesi. “È l’ennesima scelta di manager che calpestano la dignità delle persone ed umiliano i valori della Costituzione italiana”affermano i lavoratori che domani sono chiamati ad esprimersi sull’ipotesi di accordo siglato giovedì scorso al Mise e che ha messo fine a oltre otto mesi di vertenza per evitare 400 esuberi.
Sara Martano