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Lavoro

Centrale del Latte di Roma: forse la svolta con nuovo acquirente

Potrebbe arrivare la svolta per la vertenza della Centrale del latte di Roma dopo l'annunciata uscita di Parmalat e il ritorno al Campidoglio del 75% delle quote di sua proprietà. Ieri, intanto, i sindacati hanno deciso di revocare lo sciopero dei lavoratori a fronte della convocazione di un tavolo di confronto con le istituzioni. "Un segnale positivo per i 160 lavoratori - soggiungono i sindacati - ma restiamo vigili per intervenire nuovamente qualora non dovessimo ricevere le necessarie rassicurazioni sulla continuità produttiva del sito e la tenuta occupazionale dei dipendenti".
C'è infatti un possibile acquirente pronto per il rilancio: "Ariete fattoria Latte Sano è un'azienda locale che si è caratterizzata negli anni nella trasformazione del buon latte fresco. Una joint venture tra Comune di Roma, la Fattoria Latte Sano e l'intera produzione della nostra regione con i loro rappresentanti e i presidenti delle varie cooperative sarebbe la soluzione migliore per far uscire dall'impasse il Comune di Roma che da domani si troverebbe a gestire un'azienda che non ha mai gestito negli ultimi trent'anni", afferma il presidente del gruppo, Marco Lorenzoni.
La vicenda della Centrale del Latte è arrivata al capolinea dopo una lunga battaglia giudiziaria iniziata alla fine del 2000, quattro anni dopo la privatizzazione lanciata dall'allora sindaco Francesco Rutelli e aggiudicata alla Cirio per la cifra di 80 miliardi di lire, per il 75% delle azioni. 
"Cirio ha completamente disatteso gli obblighi che erano stati assunti con il contratto di cessione della Centrale. Per questo la Fattoria Latte Sano, che era tra le finaliste della gara di privatizzazione (oltre a Cirio, Granarolo e Parmalat) - ricorda il presidente, "ritenendo assolutamente illegittima tale rinegoziazione post-aggiudicazione, ha richiesto al TAR la dichiarazione di nullità della gara". Cruciale l'irregolarità denunciata del passaggio delle quote - vietato dalla gara del Campidoglio - tra la Cirio di Sergio Cragnotti e la società Dalmata due, controllata dalla Parmalat di Callisto Tanzi. "Da gennaio del 2000 al novembre del 2022 sono passati 23 anni di battaglie legali  durante i quali abbiamo avuto 32 sentenze aventi lo stesso oggetto ovvero la nullità della gara di privatizzazione e l'obbligo di restituzione delle azioni.  Ma non è finita - conclude Lorenzoni: perché la Parmalat ha proposto due ulteriori ricorsi, uno alla Corte di Cassazione e uno per revocazione presso la Corte d'Appello". 
Ora Parmalat, detenuta dal colosso francese Lactalis, è stata condannata, per la quarta volta, a restituire il 75% delle azioni e a versare nelle casse del Campidoglio i dividendi distribuiti nel corso degli anni, per una somma di circa 100 milioni. Nei tempi d'oro si lavoravano oltre 130 milioni di litri di latte l'anno - ricordano allarmati i sindacati - attualmente a marchio Centrale del Latte di Roma se ne lavorano circa 50 milioni di litri. Quindi i restanti 50 milioni sono a marchio Parmalat o collegate. Se Parmalat uscisse la Centrale resterebbe con un prodotto lavorato di 50 milioni di litri.
Ce.Au. 

( 22 novembre 2022 )

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