Martedì 18 novembre 2025, ore 15:16

Vertenze

Ex Ilva di Taranto: necessaria una svolta vera

La crisi di Acciaierie d’Italia, che non è la crisi della siderurgia, va assolutamente risolta “facendo in modo che questo secondo semestre ci sia l’assunzione del governo e dell’azienda delle responsabilità per cambiare passo, che vuol dire più acciaio e meno cassa integrazione”. Così Roberto Benaglia, segretario nazionale della Fim, parlando con i giornalisti dopo la riunione nella sala del Consiglio di fabbrica dello stabilimento Acciaierie d’Italia di Taranto del coordinamento dei delegati di tutti gli stabilimenti del gruppo. Presenti anche i segretari generali Michele De Palma della Fiom e Rocco Palombella della Uilm. 

“È stato importante - ha aggiunto Benaglia - ritrovarci, con tutto il coordinamento nazionale di Acciaierie d’Italia, a Taranto in presenza e unitariamente. Ripartiamo da qui dopo che abbiamo assistito purtroppo, e non siamo stati coinvolti, all’accordo tra governo e ArcelorMittal, di prolungare per due anni l’attuale situazione. Noi - ribadisce il sindacalista - non vogliamo che questi due anni siano una cassa integrazione della situazione”. E continua: “Siamo preoccupati di vedere uno stato di crisi, di difficoltà, quasi di degrado, nel senso che l’azienda non ha materiale per lavorare, fa fatica a far marciare gli impianti e fa fatica a garantire la sicurezza, che per la siderurgia è fondamentale. Quindi il 22 giugno, nell’appuntamento al Mise, non dovrà essere un incontro in cui il governo ci deve dire cosa ha fatto, è un incontro in cui il governo deve comprendere che bisogna cambiare la situazione”. 

Diverse le questioni che saranno messe sul tavolo il 22. “Le cose che per noi vanno prioritariamente sbloccate - afferma il segretario nazionale Fim  Valerio D’Alò - riguardano innanzitutto la realizzazione degli interventi finanziati e promessi dall’azienda per riportare alle piena efficienza e sicurezza gli impianti; la produzione va portata ai 5 milioni e 700 mila tonnellate che l’azienda aveva individuato per il 2022 ma che attualmente langue”. 

Da questo punto di vista, per il sindacato, serve un’ inversione di tendenza: “La produzione non è stata mai così bassa in questi anni - continua D’Alò - con l’aggravante che siamo anche in una fase in cui il mercato richiede acciaio a prezzi alti”. Per il sindacato, inoltre, va diminuito l’uso degli ammortizzatori sociali “che oggi gravano su tanti lavoratori - ribadisce D’Alò - e va recuperato un accordo sindacale che governi questa vertenza migliorando le relazioni sindacali, oggi quest’ultime sono sotto ogni livello di accettabilità”. 

Infine la questione degli appalti. “Bisogna garantire stabilità al sistema degli appalti in termini di funzionamento e finanziamento e avere un piano che dia prospettive e certezze ai lavoratori in amministrazione straordinaria”spiega Benaglia, che conclude: “E’ su questi temi che affronteremo la discussione col Governo per rilanciare fortemente la nostra azione sindacale ed evitare che questi due anni di proroga siano due anni persi. Quello che è certo, se non ci sarà un cambiamento positivo nelle prossime settimane non accetteremo una situazione di stagnazione e temporeggiamento”.

Sara Martano

( 15 giugno 2022 )

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