Tutto fermo sul dossier Ilva. Dall’incontro a Palazzo Chigi tra sindacati e governo, infatti, non sono emerse novità, al di là dell’annuncio di un decreto in arrivo per liberare nuove risorse destinate alle casse di Acciaierie d’Italia. A quanto ammontino effettivamente queste risorse però non è chiaro: ancora non è stato definito. L’Esecutivo assicura il “massimo impegno a tutti i livelli” per il rilancio della siderurgia e dell’occupazione, confermando peraltro le attuali condizioni della cassa integrazione per gli operai di AdI e una trattativa con gli azeri di Baku Steel che “prosegue con continue interlocuzioni”. Un incontro rapido, durato meno di un paio d'ore, presieduto dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e che contava i ministri delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e la ministra del Lavoro Marina Calderone insieme al consigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caledoro, di fronte ai leader dei metalmeccanici di Fiom, Fim, Uilm, Uglm e Usb; presenti anche i rappresentanti di Invitalia, i Commissari straordinari di AdI in as e del gruppo Ilva.
“Abbiamo ricevuto una rassicurazione rispetto al fatto che il Governo fa un decreto per finanziare la continuità dell'attività produttiva - ha affermato il segretario generale della Fim, Ferdinando Uliano, al termine dell’incontro -. Abbiamo chiesto fino a quando, perché è un termine non da poco. 'Finché serve', è stata la risposta. Per quanto ci riguarda - continua Uliano - significa che deve servire sia quando si arriva all’autorizzazione integrata ambientale che quando c’è il processo che porta all’assegnazione di un eventuale acquirente. Hanno confermato che con Baku è ancora in corsa la trattativa e abbiamo chiesto di essere aggiornati sull’evoluzione del caso”.
Il punto nevralgico della questione che ora si apre riguarda la nave rigassificatrice proposta da Baku Steel e parte dell’accordo di programma funzionale alla chiusura della compravendita con la cordata azera, a sua volta alla base della nuova autorizzazione integrata ambientale e della timeline di 12 anni per la decarbonizzazione. Sul punto c’era stata un’apertura da parte del governatore della Puglia Michele Emiliano, e ora dunque si attende di capire quale sarà, praticamente, la posizione del primo cittadino della città jonica. In ballo c’è il rischio che, altrimenti, il tribunale di Milano deliberi la chiusura degli impianti in ottemperanza alla sentenza della Corte europea. Proprio per questo “il ruolo del sindaco di Taranto sarà fondamentale per trovare la quadratura del cerchio”, ha evidenziato il segretario Fim. Infine, sul capitolo lavoro Uliano ha sottolineato che c’è stata “una rassicurazione per i lavoratori, perché verrà data l’anticipazione della cassa integrazione e sarà garantita l’integrazione al 70% come da accordi”.
Sara Martano