Domenica 3 dicembre 2023, ore 3:09

Vertenze

Ex Ilva: sindacati delusi dall'incontro. Nuovo sciopero di 8 ore

Delusione dei sindacati dall’incontro di oggi a Palazzo Chigi per Acciaierie d’Italia. Un incontro che non ha fatto chiarezza sul futuro del colosso siderurgico tanto che i sindacati hanno proclamato un’altra giornata di mobilitazione con sciopero di 8 ore nei luoghi di lavoro per fare pressing sull’azienda. “Ad oggi l’incertezza è fortissima - afferma a caldo il segretario generale della Fim Cisl Roberto Benaglia - perché il Governo non ci ha aggiornato sufficientemente sullo stato della trattativa con i Mittal e su questo possibile memorandum che dovrebbe portare ad un nuovo accordo e ad un nuovo rilancio industriale”.
Benaglia ribadisce che c’è un confronto in atto “ma il confronto è assolutamente oscuro poiché non sono state gettate le basi per capire quale sia il futuro di Acciaierie d’Italia”. Anche se una rassicurazione da parte del Governo i sindacati l’hanno portata a casa: l’azienda non sarà né mandata al fallimento, né fermata e ci sarà una continuità produttiva. 
Il vero nodo è la gravissima carenza dal punto di vista finanziario che anche il Governo non sa come affrontare. “L’unica notizia che abbiamo - ribadisce Benaglia - è che il 23 di novembre ci sarà l’assemblea dei soci di Acciaierie d’Italia che è chiamata a mettere delle risorse indispensabili per andare avanti. I Mittal sono chiamati a mettere risorse per oltre il 60% che detengono del capitale”. E aggiunge: “Servono 5 miliardi per il rilancio. Sembra sbagliato, ingiusto e insostenibile che lo stato metta 2 miliardi e 300 milioni e il socio privato nulla. Basta giocare a poker - continua il sindacalista - l’azienda non può tenere tutti sotto scacco ma deve sciogliere i nodi e investire chiaramente sul futuro di Acciaierie d’Italia”.
I sindacati hanno anche denunciato il tema della salute e sicurezza sul lavoro rispetto al quale il Governo ha assicurato che il ministero preposto, il ministero del Lavoro continuerà ad intervenire per dare disposizioni chiare all’azienda. 
Molto duro anche il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma: “ArcelorMittal non può tenere in ostaggio i lavoratori degli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, non può tenere in ostaggio il Governo italiano e non può tenere in ostaggio i cittadini delle città dove ci sono gli stabilimenti. Il governo - sottolinea - deve decidere se sta con i lavoratori o con una multinazionale che fino ad oggi non ha garantito la produzione, ha fatto cassa integrazione e messo a rischio la siderurgia, l’ambiente e la salute e sicurezza dei lavoratori. Il governo si deve assumere la responsabilità di dire basta di essere tiranneggiato dalla multinazionale. È ora che si faccia un negoziato vero, una contrattazione vera”.
Intanto i dati del terzo trimestre 2023 di ArcelorMittal registrano un calo dell’utile operativo a 1,2 miliardi di dollari (rispetto a 1,9 miliardi del trimestre precedente) e dell’Ebitda a 1,9 miliardi (rispetto a 2,6 miliardi dei tre mesi precedenti). Lo rende noto il gruppo rilevando che l’utile netto “rimane ben al di sopra delle medie storiche a lungo termine attestandosi a 0,9 miliardi di dollari rispetto a 1,9 miliardi nel secondo trimestre del 2023. La società leader mondiale nel settore dell’acciaio integrato spiega che il periodo luglio-settembre “è stato influenzato da un effetto prezzo-costo negativo e da una diminuzione sequenziale del -3,7% delle spedizioni di acciaio a 13,7 milioni di tonnellate (ambito aggiustato del -4,3% in meno rispetto al terzo trimestre del 2022)”. Nonostante il difficile contesto di mercato, la società continua a dimostrare una redditività strutturalmente migliorata, si legge nella nota sui conti a settembre. Il gruppo ha chiuso il trimestre con un debito netto di 4,3 miliardi di dollari, inferiore di 0,2 miliardi di dollari rispetto alla fine del 30 giugno 2023. La liquidità alla fine del 30 settembre 2023 è pari a 11,8 miliardi di dollari. 
Sara Martano

( 9 novembre 2023 )

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