Tempi bui per i 200 lavoratori dello stabilimento del noto marchio di abbigliamento Gas Jeans di Chiuppano in provincia di Vicenza. L’azienda, infatti, rischia il fallimento e di conseguenza la definitiva chiusura dopo il mancato accordo sul concordato con i debitori. Il fondo Corporate credit recovery (che fa capo a Dea Capital, controllata dal Gruppo De Agostini) e che è il maggior creditore della società, 34 milioni di euro, non ha votato il piano di concordato dell’azienda. E così ora i 200 lavoratori sono appesi un filo.
Stamane il sit-in organizzato dai sindacati di categoria di fronte all’ingresso dello stabilimento di Gas Jeans per difendere il posto di lavoro e un brand che sta crescendo non solo in Italia. A niente è servito che le altre tre società creditrici, tra cui la Amco, gestita dal ministero dell’Economia e delle Finanze, avessero accettato il piano di concordato. La maggioranza per l’omologazione non è stata raggiunta. Al commissario giudiziale, scaduto l’ultimatum, non è rimasto che prendere atto di una sorta di silenzio-dissenso da parte del fondo Dea Capital (che non ha inviato alcuna comunicazione nei termini di legge) e che, di fatto, ha aperto il nuovo capitolo di crisi.
Dopo l’esito negativo sul piano di salvataggio l’istanza di fallimento potrebbe essere dichiarata già il prossimo mese di novembre. Uno scenario che apre appunto ai licenziamenti dei 200 dipendenti e alla liquidazione dell’azienda.
Finora non ci sono stati acquirenti interessati a mantenere la continuità produttiva.
E così un’altra azienda storica della manifattura italiana, fondata nei primi anni settanta da Claudio Grotto, oggi presidente dell’azienda, non è riuscita a salvarsi. “La nostra preoccupazione - afferma Alberto Selmo della Femca Cisl di Vicenza - è il mantenimento dell’occupazione e delle professionalità che hanno contribuito a fra diventare Gas un brand conosciuto in tutto il mondo. E’ importante comprendere che l’attività prosegua nel territorio nel quale è nata e dove è riuscita a sviluppare capacità industriale e innovazione”.
Sara Martano