Si apre una fase delicata per la vertenza Comifar, società leader italiana nella distribuzione del farmaco con 1.800 dipendenti. Fisascat, Filcams, Uiltucs sono impegnate con l’azienda in un difficile negoziato per il rinnovo del contratto integrativo. Una trattativa in salita cominciata con una disdetta unilaterale, seguita poi da una marcia indietro e proseguita - dopo l’ultimo incontro per la messa a punto del nuovo integrativo - con una presentazione delle linee guida definite dalla direzione aziendale ”azioni per il cambiamento”, di fatto finalizzate alla riduzione del costo del lavoro. Il Gruppo Comifar, oltre a comunicare l’insostenibilità delle condizioni economiche della contrattazione integrativa, ha reso noto l’obiettivo ”salvezza”ovvero il recupero di 2 milioni di euro sui costi del lavoro che, nel complesso, sarebbero pari a 5 milioni di euro.
Un quadro delicato, dunque, che la Fisascat definisce preoccupante, soprattutto per quanto riguarda le conseguenze che questa operazione avrebbe sulla contrattazione e sul mantenimento dei livelli occupazionali. “È da chiarire con quali modalità Comifar intenderà affrontare una riorganizzazione di notevole portata - commenta Rosetta Raso, segretario organizzativo Fisascat - Certo è che difenderemo le previsioni del contratto integrativo e quanto in esso indicato in ordine agli elementi retributivi riferiti al premio di risultato, permessi, maggiorazioni, pause retribuite e ticket mensa”.
Il confronto proseguirà il prossimo 15 aprile e sarà preceduto l’8 aprile da un coordinamento sindacale unitario delle strutture e dei delegati.