La ripartenza dell’Italia per il settore manifatturiero passa anche da qui e dalla soluzione di questa vertenza, che è una delle principali e delle più acute tra quelle aperte nel panorama industriale del Paese.
Sono le parole con cui il segretario generale della Fim, Roberto Benaglia, ha incontrato i lavoratori che da tre settimane portano avanti un presidio permanente alle portinerie dello stabilimento Jsw Steel Italy di Piombino. Una delle tante iniziative messe in piedi da sindacati e Rsu per cercare di richiamare l’attenzione su una vicenda, quella del polo siderurgico toscano, che si trascina da anni, tra cambi di proprietà, progetti faraonici rimasti sulla carta, promesse non mantenute, ritardi; e tanta, tanta amarezza per chi da anni vive di sussidi e chiede solo, con orgoglio e dignità, di poter tornare a lavorare. E invece solo una piccolissima parte in questi giorni entra in fabbrica, poco più di 400 persone, tra occupati diretti e indotto, oltretutto a giorni alterni, perché al momento solo l’attività di laminazione per il treno rotaie è in funzione. Ma dal 10 aprile anche quella si fermerà, lasciando a casa tutta la forza lavoro, 1.850 occupati diretti più un centinaio nell’indotto; erano tremila fino all’avvio dell’ultima fase di crisi, senza voler pensare ai quasi 8 mila degli anni ’80.
“Il ministro Giorgetti ha detto che è l’acciaio è strategico e dunque - ha sottolineato Benaglia - occorre dare risposte e prospettiva ad aziende storiche e con grandi potenzialità come questa, da troppi anni in sospeso e con un atteggiamento passivo da parte della proprietà negli ultimi tempi. Bisogna uscire dallo stallo e costruire prospettive di investimento e di lavoro.”
“Per fare tutto questo - ha aggiunto il segretario Fim - è tempo che il ministro ci convochi e si occupi della vertenza, costruendo, anche con il coinvolgimento di Invitalia, le condizioni per cambiare passo. Servono nuovi investimenti e anche le risorse del Recovery sono una grande occasione che va messa in campo per avere investimenti industriali, in una prospettiva di transizione ecologica, anche a Piombino.”
“Era importante essere qui oggi, per portare sostegno ai lavoratori e cercare di costruire le condizioni perché non debbano più trovarsi nella condizione di "sospensione" in cui vivono da troppi anni.”
“L’importanza di una soluzione positiva a questa vertenza per la Toscana è enorme ha detto il segretario della Fim Toscana, Alessandro Beccastrini, anche lui presente a Piombino - per il numero dei lavoratori coinvolti, per il fatto che riguarda l’acciaio che è un settore strategico. Tra l’altro ci sono in ballo possibili sinergie con un’altra vertenza, quella di Bekaert, e quindi a maggior ragione, per noi Piombino è fondamentale”.
Alberto Campaioli