Martedì 16 aprile 2024, ore 20:02

Lavoro

Jsw Steel Italy di Piombino: vertenza in stallo da dieci anni

Poche novità e non positive. E’ lo stato dell’arte della vicenda Jsw Steel Italy di Piombino, dove si aspetta ancora che alle mille promesse seguano i fatti, ovvero gli investimenti, ma dove nel frattempo l’unica novità certa è l’affidamento, in via di definizione, delle demolizioni del vecchio altoforno e degli altri impianti dell’area a caldo ormai dismessa. Che non è solo una questione simbolica. Chi vorrà svolgere il lavoro dovrà pagare, perché i materiali da smaltire, rottami di ferro in primis, hanno un valore, molto alto; tanto più in questo momento. Insomma, JSW coglie l’attimo e incassa. Cosa c’è di male? Che nell’accordo di programma 2018 c’era scritto che una parte dei lavoratori in CIG doveva essere ricollocata proprio nei lavori di smantellamento e riconversione dell’impianto. “E invece - dice Paolo Cappelli, segretario Fim di Livorno - i nostri operai non lavoreranno nemmeno un’ora, mentre si smantella una parte del valore dell’azienda, per fare cassa. Le aree dove la bonifica costa però, come la cokeria, dove c’è anche l’amianto, non si toccano. E’ inaccettabile, per questo stiamo chiedendo un incontro urgente con l’azienda, che non rispetta gli impegni presi.”
Così come finora non sono stati rispettati gli impegni per gli investimenti, per tornare a lavorare l’acciaio e soprattutto a produrlo, grazie alla realizzazione di un nuovo forno elettrico. Proprio per questo Fim, Fiom, Uilm, Uglm e Usb hanno organizzato nei giorni scorsi un presidio e una tavola rotonda per fare il punto e riaccendere i riflettori su una vertenza in stallo da anni, con novità via via annunciate e arenate, e ora l’attesa di una convocazione da parte del ministero dello Sviluppo economico per avere chiarimenti sul piano industriale Jsw, l’ingresso di Invitalia e la commessa Rfi. Proprio sull’ordinativo pluriennale di rotaie sindacati e istituzioni hanno condiviso un documento da inviare al premier Draghi e al ministro Giorgetti, con la richiesta di vincolare all’approvazione della commessa la garanzia di “un piano di investimenti all’interno del sito di Piombino, finalizzati non solo alla trasformazione e finitura del prodotto, ma anche alla produzione di acciaio primario”. Insomma impedire che JSW incassi una supercommessa (a quanto risulta 2,4 miliardi per almeno cinque anni) e poi si limiti, a Piombino, a trasformare in rotaie l’acciaio colato altrove; o addirittura le produca altrove.
"L'attuale governo resta latitante - dice il segretario nazionale Fim, Valerio D'Alò - nonostante circolino voci sull'intervento di Invitalia nell'assetto societario, al momento non ci sono convocazioni in vista dal parte del Mise e troppe sono le incertezze che pesano sul futuro. Nel frattempo si rischia l'affidamento senza le necessarie garanzie a Jsw di un importante lotto di produzione di traverse dando così ancor più forza ad un imprenditore che ad oggi non ha fatto nessun investimento dal suo arrivo a Piombino".
Duro anche il giudizio del segretario toscano della Fim, Alessandro Beccastrini: "L’altro giorno a Piombino ha manifestato la parte buona della nostra società, quella che vuole il lavoro, che paga le tasse; quella parte di società a cui non dà pensiero uscire con le mani nere e con la schiena a pezzi da un'acciaieria. Sono anni che questi lavoratori e lavoratrici aspettano risposte. Il Governo ha promesso, ma non mantiene e anche alla Regione Toscana chiediamo un cambio di passo: tutti si devono rendere conto che qui rischiamo una tragedia sociale".
Alberto Campaioli

( 10 maggio 2022 )

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