Giovedì 25 aprile 2024, ore 18:45

Lavoro

La fabbrica dei marron glacé rischia di chiudere

Sono arrivati anche la viceministra Teresa Bellanova e il presidente della Toscana Eugenio Giani, nel fine settimana scorso, a portare solidarietà e sostegno al presidio, da tre giorni circondato dalla neve, dei lavoratori e soprattutto delle lavoratrici (l’80% dell’occupazione è femminile) dell’Ortofrutticola del Mugello.
Alla vigilia di Capodanno Italcanditi, che nell’agosto 2020 aveva rilevato l’Ortofrutticola promettendo investimenti e presenza sul territorio, ha invece annunciato ai sindacati l’intenzione di cessare l'attività a Marradi (Firenze), trasferendo tutta la produzione di marron glacé allo stabilimento principale di Pedrengo, nella Bergamasca. L’azienda, nata nel 1984 conta una decina di dipendenti a tempo pieno, ma da febbraio a dicembre gli stagionali portano il totale a 80-90 unità. Una realtà in attivo, che va bene ed esporta in oltre 30 paesi del mondo un prodotto di prima qualità. Siamo in Alto Mugello, un’ora e mezzo di strada statale da Firenze, al confine con l’Emilia Romagna, come si capisce anche dalla parlata, dove la s emiliana sostituisce la c fiorentina.
Un territorio totalmente montano, lontano dai grandi centri, dove 100 posti di lavoro valgono ancora di più, con un prodotto assolutamente a km 0: le castagne sono da sempre la risorsa principale di questo territorio e, nei secoli scorsi, sono state anche l’alimento principale per molti.
A Marradi, dicono con orgoglio gli abitanti, ci sono i migliori marroni d’Italia. Perdere "la fabbrica dei marroni", come la chiamano qui, sarebbe una rovina da ogni punto di vista: occupazionale, economico per la ricaduta sui castanicoltori, ambientale perché senza lavoro la montagna si spopolerebbe ancora di più.
Ma Italcanditi è al 70% di proprietà di un fondo d’investimento, Investindustrial, e la logica dei fondi troppe volte non guarda al bene delle comunità, come sanno bene quelli della Gkn, tra i primi a esprimere vicinanza all’Ortofrutticola. “Siamo di nuovo di fronte a una sconsiderata e irrispettosa scelta compiuta da un fondo ai danni di un territorio e delle persone che lo abitano: chiudere e trasferire, per aumentare e ottimizzare i ricavi, forse è la scelta più semplice, di certo la più vile” dice il segretario generale della Cisl Firenze-Prato, Fabio Franchi. “L'Ortofrutticola del Mugello - continua - non è una fabbrica, è "la fabbrica di Marradi", dei suoi abitanti, del suo territorio. 
All'azienda diciamo che la fabbrica, le persone, il territorio dicono compattamente no alla chiusura.”
Proprio da Marradi, durante il consiglio comunale straordinario davanti allo stabilimento, il presidente Giani ha annunciato domenica la convocazione di un tavolo di crisi per domani al quale parteciperà anche la proprietà, mentre il sindaco, Tommaso Triberti, ha fatto sapere che l’a.d. di Italcanditi, in una telefonata, gli avrebbe espresso l’intenzione di “trovare una soluzione”. “Se l’impresa non vorrà portare avanti questa attività, la Regione garantirà il massimo impegno per trovare chi vorrà, invece, sviluppare la produzione di uno dei prodotti tipici della nostra Toscana” assicura Giani, che avrebbe già avviato contatti con Confindustria a questo scopo.
Alberto Campaioli

( 11 gennaio 2022 )

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