La Saga Coffee non si sposta. Così si legge nelle magliette che indossano le lavoratrici dell’azienda che protestano contro la decisione di chiusura dello stabilimento di Gaggio Montano, in provincia di Bologna. Da giorni lavoratori e lavoratrici sono in presidio in attesa dell’incontro che si svolgerà domani alla Regione dove l’azienda dovrà presentare al tavolo un percorso di reindustrializzazione adeguato e non la chiusura del sito bolognese.
L’azienda, infatti, agli inizi del mese, ha annunciato di voler chiudere lo stabilimento dell’Appennino Bolognese entro il 31 marzo 2022 e trasferire tutte le attività in Spagna, Romania e Valbrembo. Dal 4 novembre i lavoratori sono in presidio permanente fuori i cancelli dello stabilimento ex-Saeco (oggi di proprietà del gruppo bergamasco Evoca, produttore di macchine professionali da caffè per attività di bar e ristoranti, con stabilimenti in tutt’Europa).
“È inaccettabile la modalità con cui Evoca Group vigliaccamente ha svuotato i magazzini del sito di Gaggio Montano, per poi annunciare la scelta della delocalizzazione della produzione. - commenta Barbara Arsieni, responsabile dell’ufficio internazionale Fim Cisl e coordinatrice europea del Cae di Evoca Group -. Le aziende hanno una responsabilità sociale, non possiamo più tollerare che abbandonino siti e territori senza pensare ad una soluzione lavorativa alternativa come avviene in tutt’Europa”.
Per la sindacalista “l’azienda deve ritirare subito la procedura di chiusura e delocalizzazione del sito di Gaggio Montano e sedersi al tavolo sindacale con l’obiettivo di trovare una soluzione industriale per il mantenimento dell’occupazione”. Ricordiamo che nello stabilimento bolognese sono impiegati 220 lavoratori, di cui 170 donne.
Rassicurazioni arrivano anche dal presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. “La Regione vigilerà attentamente - afferma - Qualsiasi soluzione venga prospettata dovrà rispettare alcuni punti importanti come la continuità produttiva dell’attuale sito industriale, punto di riferimento cruciale per questo territorio, e la salvaguardia dell’occupazione. Saremo inflessibili su serietà e progettualità futura delle proposte, che dovranno essere solide dal punto di vista industriale”.
Sara Martano