Venerdì 3 maggio 2024, ore 22:44

Delocalizzazione

Leonardo di Livorno: Rsu chiedono confronto con azienda

Le Rsu dello stabilimento Leonardo di Livorno hanno chiesto un incontro urgente con l'azienda alla luce dell'imminente vendita delle attività di produzione di siluri e sonar, portate avanti dalla ex Wass che proprio a Livorno ha la sua base principale, a Fincantieri. La richiesta è partita all'indomani della conferma di trattative in dirittura d'arrivo in questo senso da parte dell'amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. Nell'ambito della razionalizzazione del core business, ha spiegato il manager in un incontro pubblico a Genova, Wass (Whitehead Alenia sistemi subacquei) è ritenuta una attività che può essere ceduta a Fincantieri e le parti sono “molto vicine” a un accordo: “Contiamo di accelerare; si parla di giorni e non di mesi, perché vorremmo si chiudesse questa vicenda” ha spiegato. L'attività ex Wass è incentrata sullo stabilimento di Livorno, dove lavorano circa 360 addetti; un altro stabilimento sorge a Pozzuoli, con una novantina di addetti. Wass è la società italiana di punta nella realizzazione di siluri, sonar e sistemi di difesa subacquei. Dal 2016 le attività di Wass sono confluite nella divisione Sistemi di difesa, nell’ambito del settore Elettronica, Difesa e Sistemi di sicurezza di Leonardo, insieme a Oto Melara. Il potenziale accordo con Fincantieri non includerebbe invece Oto Melara, attiva sul militare terrestre. Da Livorno si chiedono chiarimenti al gruppo sulle prospettive in caso di passaggio a Fincantieri, sulla tutela del sito produttivo e sulle motivazioni alla base della scelta di Leonardo di privarsi di una attività considerata in buono stato di salute. L’operazione dovrebbe avere un valore tra i 200 e i 300 milioni e presumibilmente dovrebbe essere preceduta da un rafforzamento patrimoniale da parte di Fincantieri. “Le dichiarazioni di Cingolani ci hanno lasciati stupiti e perplessi” dicono Cora Prussi, coordinatrice regionale Fim Leonardo e Paolo Cappelli, segretario territoriale Fim Livorno; “dovranno essere approfondite per capire i motivi che hanno determinato un ripensamento rispetto ai programmi originari e soprattutto per comprendere in dettaglio gli impatti sugli stabilimenti insistenti all’interno del dominio”. Nel 2021 infatti Leonardo aveva messo in vendita Oto Melara e Wass, ma la cessione era rimasta poi in stand-by. Si era parlato di una joint venture con Fincantieri e il consorzio franco-tedesco Knds, in un’ottica di difesa integrata europea, poi però non se n’era più fatto nulla. Ora l’accelerata senza preavviso verso Fincantieri, che riporterebbe comunque il perimetro dell’operazione nei confini nazionali, fugando se non altro una parte dei timori emersi tre anni fa e relativi al rischio di depauperamento delle competenze italiane in un settore così delicato. I sindacati però sono rimasti sorpresi dai modi e dai tempi dell’annuncio. Solo una manciata di giorni prima infatti, il 12 marzo, i vertici di Leonardo hanno presentato agli investitori il piano industriale per il prossimo quinquennio, con ambiziosi obiettivi di crescita. Un incontro a cui hanno partecipato, come uditori, anche le organizzazioni sindacali. A conferma dell’evoluto sistema di relazioni industriali costruito in azienda c’è la previsione, per il 7 maggio, di un “Osservatorio strategico” come momento di confronto tra i vertici dell’azienda e quelli delle organizzazioni sindacali nazionali e di settore. In un simile contesto, apprendere di una possibile cessione come questa da un ‘a margine’ durante un convegno ha lasciato tutti di stucco. Così ora lavoratori e sindacati chiedono immediata chiarezza.
Alberto Campaioli

( 22 aprile 2024 )

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