Giovedì 2 maggio 2024, ore 0:01

Cultura

Maggio musicale fiorentino: i conti non tornano

Continuano a fare paura i conti del Maggio musicale fiorentino. Nell’ultimo incontro il commissario straordinario Onofrio Cutaia ha rappresentato ai sindacati “una gravissima condizione economica”. In pratica, ha spiegato il commissario, vanno trovati al più presto 12 milioni di euro, 6 frutto del passivo con cui si chiuso il bilancio 2022 (se ne preventivavano 3) e altrettanti per il 2023 (dopo 4 mesi siamo già sotto di 2); altrimenti il Teatro non può andare avanti. Cutaia è in carica dal 14 Marzo, su nomina del ministro Gennaro Sangiuliano, dopo le dimissioni del sovrintendente Alexander Pereira arrivate il 27 febbraio, al termine di una lunga querelle sulle spese per cene, viaggi e voli privati sostenuti con la carta di credito del Maggio, che aveva tenuto banco sulla stampa per mesi, prima di produrre anche un avviso di garanzia a carico di Pereira, a cui la procura contesta pure la malversazione di fondi pubblici (i fondi erogati dal governo per ripianare il debito del Maggio Musicale sarebbero stati usati per le spese correnti). Ma che i conti del Maggio non quadrino non è una novità, anzi: il debito pregresso si aggira ormai sui 50 milioni di euro. Come reagire a questa nuova tegola ? Cutaia chiede di non essere lasciato solo: “Chiederò a Ministero, Regione e Comune di prendere parte a un tavolo in cui racconterò la situazione chiedendo a ognuna di queste istituzioni di fare uno sforzo economico.” Insomma un invito ai soci istituzionali ad aprire il portafogli; di fronte al quale però i diretti interessati non paiono entusiasti. “Siamo disponibili a un incontro - ha risposto il sindaco di Firenze, Dario Nardella, che come primo azionista è anche presidente del Maggio – però vogliamo vedere il piano industriale su cui si basa questa richiesta.” Stessa musica dal presidente della Regione, Eugenio Giani: “Come Regione diamo il più alto contributo, tra gli enti culturali regionali, proprio al Maggio, con 2,9 milioni. Cutaia, prima di dire genericamente che ha trovato un’esposizione molto alta e chiedere contributi, avrebbe dovuto parlare con gli enti. Voglio capire bene, con una documentazione, in cui deve emergere anche il profilo delle responsabilità.” Anche la Fondazione CR Firenze, tra i soci privati del Teatro, risponde picche: “In questo momento non è possibile – dice il presidente Luigi Salvadori – abbiamo appena deliberato un ulteriore contributo eccezionale di 300 mila euro, dicendo che avrebbe dovuto essere l’ultimo.” Strada in salita, insomma. O almeno, basta gettare soldi in un pozzo senza fondo, senza sapere come saranno spesi e chi controlla; qualcuno fa notare anche che i bilanci sono sempre stati votati all’unanimità dal Consiglio di indirizzo. I più preoccupati, ovviamente, sono i lavoratori: 253 dipendenti a tempo indeterminato, 79 a tempo determinato. La condizione emersa, dicono Slc-Cgil e Fistel-Cisl “dimostra quanto fossero fondate le ragioni delle nostre denunce e proteste” e “rende evidenti le gravi responsabilità di chi, nel recente passato, ha governato il nostro Teatro; di coloro che avevano il compito di indirizzare e vigilare e di quanti, interni alla Fondazione, hanno proseguito colpevolmente e irragionevolmente nel sostenere una gestionale del Teatro irresponsabile e disastrosa nelle conseguenze.” “Il Maggio musicale fiorentino – aggiungono i sindacati - ha la capacità di continuare a rappresentare un’eccellenza riconosciuta internazionalmente; coniugare alto profilo qualitativo e sostenibilità economica è possibile. Ciò che il nostro Teatro non potrebbe sopportare sarebbe uno scarico di responsabilità da parte degli attori principali.” Occorre quindi che “si condivida l’obiettivo comune di rimediare alla gestione passata e che l’attività del Teatro possa ripartire sulla base di un progetto solido e di alto profilo.”
Alberto Campaioli

( 23 maggio 2023 )

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