Giovedì 25 aprile 2024, ore 6:04

Vertenze

Metalmeccanici delle Tlc: a rischio 20mila lavoratori

No alle gare a massimo ribasso e al rischio di infiltrazioni criminali. Sì a maggiore sicurezza del lavoro e dei dati, a un libro bianco sul settore e a clausole di salvaguardia sociale. Con questi slogan lavoratori delle installazioni di impianti di telecomunicazioni hanno manifestato ieri a Roma davanti al ministero delle Imprese e del Made In Italy in occasione dello sciopero nazionale di otto ore proclamato dai sindacati di categoria Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil. Quello delle telecomunicazioni è un settore che complessivamente tra diretti e indotto in Italia occupa circa 200 mila lavoratori dei quali circa 25 mila sono metalmeccanici, secondo i dati diffusi dalla Fim, per lo più presenti nei grandi gruppi delle aziende del settore dell’impiantistica e della manutenzione delle reti come ad esempio Sirti, Site, Comnet e Alpitel.

Sciopero e manifestazione indetti dai sindacati di categoria dopo le mancate risposte da parte del governo alla richiesta di convocazione di un tavolo di settore che - dicono - ormai ha assunto la dimensione di una grande vertenza nazionale. “Sono mesi - sottolinea il segretario nazionale Fim Cisl Valerio D’Alò - che chiediamo di confrontarci con il governo per chiedere lo stop alla pratica delle gare a massimo ribasso, che determina una riduzione dei diritti dei lavoratori e rischio di infiltrazioni criminali negli appalti, ma anche una maggiore sicurezza del lavoro e dei dati, e delle clausole di salvaguardia speciale, oltre che un libro bianco per il settore delle telecomunicazioni”.

Il settore infatti - insiste la Fim - continua a scontare una crisi strutturale nella sua intera filiera metalmeccanica collegata alle dinamiche delle gare d’appalto e degli investimenti per la digitalizzazione del Paese . “Non possiamo pensare - ribadisce il segretario generale Fim Cisl Roberto Benaglia - che un settore così importante, per l’economia e la sicurezza nazionale, come quello delle Tlc sia lasciato di fronte a gare al massimo ribasso e condizioni contrattuali incerte, anche dal punto di vista della sicurezza occupazionale. Questo è ancora più grave se pensiamo che gran parte di queste gare sono gestire da player a controllo pubblico. Come Fim - continua il sindacalista - crediamo che gli investimenti legati alla modernizzazione delle telecomunicazioni e delle reti del nostro del Paese debbano essere anche l’occasione per creare lavoro giusto e dare alle imprese metalmeccaniche del settore certezze di investimenti industriali e occupazionali”.

“Tutto il settore meccanico sta lavorando a delle transizioni governate per neutralizzare e rendere minimo l’impatto sul lavoro delle transizioni - concludono Benaglia e D’Alò - lo sciopero e la manifestazione vogliono riportare il governo a rimettere al centro una vertenza del settore metalmeccanico che per numero di addetti, professionalità e strategicità merita la massima attenzione”. I sindacati auspicano che dopo la mobilitazione il governo convochi immediatamente il tavolo di confronto, in caso contrario assicurano, non si escludono ulteriori azioni di lotta.

Sara Martano

( 26 maggio 2023 )

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