Venerdì 4 luglio 2025, ore 3:52

Industria

Mittal Genova in cig. Sconcerto e timori: volume di lavoro c’è

Tormento continuo per le acciaierie Mittal di Cornigliano, ex Italsider, ex Ilva, sito industriale storico sotto la Lanterna; simbolo di occupazione e lavoro e per il quale, invece, si vuole imporre ancora cassa integrazione. Lo ha fatto sapere l'azienda, con una lettera dove si annuncia l'avvio di cassa integrazione ordinaria, visto che è stata ormai esaurita quella invece legata al problema Covid. Tredici settimane, oltre tre mesi, la durata prevista, con inizio il 28 giugno ed estesa a tutti i 981 dipendenti dello stabilimento genovese dove, negli anni d'oro dell'acciaio e per decenni, gli occupati ammontavano a oltre 10 mila con punte fino a 12mila. Numeri e storia da ricordare per capire il significato economico e sociale di questa grande industria metalmeccanica di Genova. Il motivo addotto dall'azienda per giustificare l'uso di questo ammortizzatore sociale è che nel sito di Taranto, il principale in Italia per Mittal, la produzione del materiale grezzo procede a regime ridotto. Immediata la reazione sindacale con richiesta di incontro con l'azienda da parte delle segreterie di Fiom, Fim e Uilm di Genova ed Rsu. E questo appare soltanto come il molto probabile inizio dell'ennesima battaglia sindacale sullo stabilimento metalmeccanico, con iniziative da definire in un incontro unitario e da prendere in caso non cambi la situazione. Malcontento dunque forte, che esprime con chiarezza il segretario generale ligure Fim-Cisl, Christian Venzano,affermando come “lo stabilimento di Genova sta lavorando e dunque non capiamo le ragioni di questa richiesta di cassa integrazione dall’azienda”. “Siamo pronti ad aprire una discussione forte su questa tema informa Venzano - di fronte ad una simile ipotesi che non ha alcun tipo di riscontro oggettivo nei volumi di lavoro che invece ci sono”. Cassa integrazione che pare pretestuosa e nuovo, non ultimo travaglio delle acciaierie del capoluogo ligure al cui tavolo, insiste ancora Christian Venzano, “chiederemo anche di intervenire velocemente sulle manutenzioni che non sono state fatte e non possono più attendere. Ci aspettiamo chiarezza sul futuro di tutto il gruppo, ci sono diverse questioni aperte che possono condizionare il destino in un senso o nell’altro: bisogna finalmente iniziare un percorso comune, ricordando quanto sia strategica la siderurgia in Italia, nel nome della tutela occupazionale e sempre nel rispetto dell’ambiente perché oggi la situazione è sempre più confusa e preoccupante”. Molti dunque i problemi ed ancora di più le perplessità. Genova ha bisogno di quelle acciaierie, che sono conosciute ed apprezzate anche per alta qualità del prodotto che ne esce. Popolazione ed istituzioni sono al fianco dei lavoratori, anche perché lo stabilimento genera un indotto importante, che incide in maniera positiva, ma anche pesante, sull'intera economia della città. 

Dino Frambati

( 7 giugno 2021 )

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