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Lavoro

Moda: più investimenti per il rilancio del settore

Prima riunione, presieduta dal ministro Urso, del tavolo della Moda nato nel 2009 e tornato a riunirsi in modo più assiduo dal 2021 per rispondere alle esigenze del settore particolarmente colpito dalla pandemia. Al tavolo il Governo ha presentato le azioni che sta mettendo in campo per sostenere il settore e contrastare le nuove sfide globali tra cui la concorrenza sleale e la lotta alla contraffazione. Più in particolare Urso ha preannunciato l’adozione di incentivi per sostenere l’export puntando a politiche industriali in risposta alle nuove sfide cinesi e americane (Buy European) e la riforma del settore della formazione professionale, eccellenza della filiera italiana, con riforma degli Its e la creazione del liceo del Made in Italy.

“L’industria italiana della Moda - ha dichiarato il ministro - è l’emblema del Made in Italy nel mondo e rappresenta un comparto produttivo di enorme importanza per l’economia del nostro Paese e trova la sua esaltazione nella nuova denominazione del ministero che significa una nuova e più significativa mission. La riunione arriva in un momento cruciale in cui stiamo preparando le basi di una politica industriale europea. Mercoledì sarò a Bruxelles per una serie di incontri per sostenere le posizioni dell’Italia e delle sue imprese, come le modifiche al Regolamento Ecodesign”.

Il comparto moda abbigliamento e tessile vede coinvolti 600 mila addetti con quasi 100 miliardi di fatturato complessivo, la metà del fatturato europeo, con un aumento del 10% delle esportazioni. L’Italia è oggi il terzo esportatore mondiale con una quota di mercato del 5,3%, dopo Cina e Germania.

Al tavolo della Moda hanno preso parte le segreterie nazionali delle tre federazioni di categoria Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e le strutture confederali di Cgil Cisl Uil. Diverse le richieste dei sindacati per un rilancio del settore che sia concreto e nel lungo periodo: applicazione delle norme a tutela della prevenzione e sicurezza sul lavoro; ulteriore riduzione del cuneo fiscale, perché aumenti il netto in busta paga di chi lavora; politiche contro la concorrenza sleale e fenomeni di dumping contrattuale; rafforzamento delle politiche di reshoring, affinché le aziende italiane riportino all’interno del perimetro nazionale le loro produzioni tuttora all’estero; necessità di risorse certe a favore della formazione tecnica e professionale, utilizzando al meglio quanto disponibile nel Fondo Nuove Competenze e nei Fondi Interprofessionali; sostegno a favore dei processi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

“Sono necessarie politiche di incentivi vincolate a obiettivi per il rispetto della legalità, per l’applicazione dei contratti nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, per il mantenimento e l’incremento dei livelli occupazionali. Rimaniamo fermamente convinti - affermano i sindacati - che l’appuntamento del tavolo della Moda debba trovare dei riscontri anche attraverso tavoli specifici, articolati e operativi, che possano consentire al Governo di passare rapidamente dalla fase di ascolto delle parti a una concreta di attuazione esecutiva”.

Sara Martano

( 24 gennaio 2023 )

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