No alla cessione di un ramo aziendale, strategico nel mondo e no alla dismissione del reparto Automazioni. Incomprensibili e contraddittori rispetto a progetti di un passato anche recente, sono progetto che hanno scatenato la rabbia dei lavoratori anche ad alta specializzazione di Leonardo che oltre ad uno sciopero, hanno pure scritto una lettera al ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, per fare presente la situazione inaccettabile. La vertenza che intende difendere “il mantenimento dell'automazione all'interno del perimetro aziendale”, come spiega Christian Venzano, segretario generale di Fim Cisl Liguria, crea ansia a circa 400 lavoratori oltre ad un elevato numero di quelli dell'indotto, mettendo a rischio la stessa presenza del Gruppo in ambito genovese, dove conta circa 1800 addetti. Del resto Leonardo Spa è azienda leader in Italia in ambito difesa, aerospazio e sicurezza, con maggiore azionista il ministero di Economia e Finanze con il 30,2%. Dodici le regioni in cui è presente con oltre 2.600 occupati nell'intero arco ligure. Dati che i lavoratori indicano e sottolineano nella lettera a Giorgetti, ricordando anche come l'azienda “nel 2020 ha mantenuto in positivo il flusso di cassa grazie alle ingenti entrate dell’ultimo trimestre, ha dichiarato” ed ha dichiarato grande attenzione per il futuro a logistica e possibilità di “contribuire a connettere, automatizzare e garantire la sicurezza per le persone, i veicoli e i beni” negli ambiti di porti ed aeroporti. Contraddittorio, quindi, cercare un partner industriale per la ex Elsag. che occupa appunto i 400 lavoratori sui quali principalmente pesa la vertenza. Progetto da bloccare per Venzano in quanto “scellerata operazione” contro la quale sono stati proclamati tre scioperi a contrasto. E pure contraddittoria ricordando, cita la lettera al ministro, il fatto che l'ad Profumo, solo un anno fa, “aveva annunciato investimenti sul sito genovese e dichiarato strategica proprio l’automazione”. Il rischio, evidenzia il leader ligure dei metalmeccanici Cisl, è di “perdere quasi totalmente il ramo civile, lasciando quasi soltanto il militare”. Ma è stato proprio quello civile, sottolinea Christian Venzano, ad aver garantito negli anni “continuità produttiva e occupazionale”. E le parti sociali chiamano in causa anche le istituzioni, “in primis” la Regione in attesa di un incontro con lo stesso ministro dello Sviluppo Economico. Ci si attendevano nuovi investimenti, arriva invece la doccia fredda di posti a rischio. Fim Cisl, fa sapere il segretario generale ligure, attende “si rispetti ciò che è stato promesso poco meno di un anno fa e venga ritirata la scelta incomprensibile di cedere un ramo aziendale che è strategico sia a livello nazionale che internazionale. E' in espansione continua ed ha bisogno di investimenti per potersi espandere pure in settori diversi, dove si applica l'automazione”. Vertenza inoltre, quella di Leonardo, che quasi non era attesa, un altro improvviso duro colpo, oltretutto in settore specializzato e di livello, che si va ad aggiungere ad una situazione patologica genovese, di crisi pregressa. “Non si può accettare - afferma Venzano - che il Governo, maggiore azionista, apra dal niente una vertenza in un periodo di piena pandemia”.
Dino Frambati