L'Ospedale pediatrico per eccellenza, il Bambino Gesù di Roma, è un pò meno eccellente per quel che riguarda l’inquadramento contrattuale dei suoi dipendenti. Infatti l’amministrazione ha fatto slittare senza motivazioni fondate e senza proporre una nuova data, l’apertura del tavolo di confronto per il rinnovo del contratto collettivo atteso da quattro anni. La risposta dei sindacati non si è fatta attendere. "E’ inaccettabile - affermano - noi non ci stiamo, il rinnovo del contratto è un diritto dei lavoratori: proclamiamo lo stato di agitazione, pronti a mettere in atto tutte le iniziative di protesta necessarie. Così in una nota Giancarlo Cosentino, reggente Cisl Fp Lazio, e Sandro Bernardini, segretario generale Uil Fpl Roma e Lazio, in merito alla lettera che le due sigle hanno inviato al Prefetto di Roma. Non ci sono "impegni improrogabili" che tengano - proseguono. Il primo impegno della direzione deve essere quello di avviare le trattative per chiudere in tempi rapidi un rinnovo che i dipendenti e professionisti attendono da tempo. Nè tantomeno è ricevibile la continua richiesta di chi pretende illegittimamente un negoziato separato - puntualizzano. La questione si è chiusa con gli impegni del Bambino Gesù presi nell’incontro del 7 marzo scorso e con la successiva ratifica avvenuta in Prefettura il 13 luglio: uno è il contratto e uno deve essere il tavolo di confronto. "Si è perso già troppo tempo con giochi scorretti che penalizzano solo il personale. E’ il momento di riconoscere ai lavoratori i giusti diritti e la giusta valorizzazione retributiva e professionale" - dichiarano ancora Cosentino e Bernardini. Nelle strutture Opbg la situazione si sta facendo pesante per chi, dopo essersi speso ben oltre il proprio dovere per tirare fuori la collettività dall’emergenza pandemica, è ora costretto ad affrontare l’impennata del costo della vita e la frustrazione di un’attesa senza fine per i sacrosanti aumenti salariali, l’aggiornamento degli ordinamenti, il nuovo sistema delle indennità e delle tutele". " Se non riceveremo una convocazione entro i dieci giorni previsti, avvieremo tutte le iniziative che serviranno per sbloccare l’impasse - concludono i sindacalisti. Non c'è più spazio per chiacchiere e rimpalli: i lavoratori, che ogni giorno sono in prima linea con i piccoli pazienti e le famiglie, meritano un nuovo contratto. E le trattative devono partire subito".
Ce.Au.