Precari non si nasce. E’ la politica che li genera.”
Il messaggio lanciato dal palco non lascia adito a dubbi. “Occorre stabilizzare i sanitari precari che hanno dato la vita per noi in questi mesi di pandemia. Eroi un giorno e poi dimenticati. Non siamo dipendenti usa e getta. Non basta cambiare le procedure dei concorsi, ma lavoro stabile” tuonano gli stessi lavoratori precari dei reparti covid degli ospedali Rummo di Benevento, del Cotugno e Pascale di Napoli, per citarne solo alcuni.
Un comizio dopo quasi un anno e mezzo di blocco organizzato dalla Funzione Pubblica della Cisl della Campania presso la sede del Consiglio regionale, alla presenza di oltre 500 persone, convocate nel rispetto delle norme anti covid.
Sul palco il segretario nazionale Fp Franco Berardi, la numero uno della Cisl regionale Doriana Buonavita, il segretario generale campano della categoria Lorenzo Medici, oltre ai segretari di categoria e delle unioni territoriali. “Noi pretendiamo che non sia solo una battaglia della sanità dove ci sono 58 mila precari di cui solo 6mila in Campania - ha affermato Berardi - ma una grande vertenza nazionale sulla stabilizzazione dei precari del pubblico impiego in tutta Italia, quasi 350 mila persone tra sanità, lsu, terzo settore, scuola che chiedono legittimamente di porre fine ad un sistema che si trascina da troppo tempo. Vogliamo che il lavoro sia buono, stabile e sicuro per poter offrire servizi e prestazioni ai cittadini che ne hanno bisogno.”
L’appello è contro una politica sorda da anni, colpevole di aver fatto tagli e scelte sbagliate che hanno reso il modello del servizio sanitario non solo regionale del tutto inadeguato a garantire standard qualitativi di assistenza.
“Il nostro obiettivo è quello di intervenire in maniera strutturale per riportarlo a livelli accettabili - afferma Buonavita - costruirne un nuovo, finalmente virtuoso e a garanzia della salute di tutti i cittadini campani, tarato sulla eterogeneità del territorio, basato sulla riorganizzazione del piano ospedaliero e del rafforzamento della rete di medicina territoriale, ambulatoriale e domiciliare attraverso lo sviluppo di una rete integrata sociosanitaria- assistenziale tra medici di base, aziende sanitarie locali, distretti, 118 ed ospedali per poter rispondere con immediatezza e in maniera mirata alla domanda di assistenza e per decongestionare le strutture ospedaliere”.
Stabilizzazione è stata quindi la parola d’ordine di questa vertenza, madre di tutte le altre, come è stato ribadito più volte. “ E’ una battaglia di giustizia che stiamo portando avanti da tempo per mettere in ruolo definitivamente migliaia di operatori del settore che in questi terribili mesi hanno dimostrato la loro professionalità - incalza Medici - per questo la proroga di 36 mesi dei contratti di lavoro del personale precario, come da decisione assunta dal Consiglio regionale, il reclutamento dell'infermiere di quartiere come previsto dalla legge, l'allargamento della indennità di malattia infettiva a tutti gli operatori. Queste sono aspettative legittime per tutti gli addetti, dalle quali non transigiamo, e per la cui affermazione ci batteremmo a fianco dei lavoratori a qualsiasi titolo impegnati nel settore".
Raffaella Cetta