Venerdì 19 aprile 2024, ore 9:18

Industria

Portovesme: sale la tensione dei lavoratori

Sale la tensione nello stabilimento Portovesme del Sulcis, dove sono a rischio 1.450 posti di lavoro tra gli impianti dell’area industriale di Portoscuso e quelli di San Gavino, la fonderia del Medio Campidano, dopo la fumata nera al Mimit, di venerdì scorso sulla questione del costo dell’energia.

“La Glencore - fanno sapere i rappresentanti sindacali - ha autorizzato lo spostamento di un bilico di galene, ossia le materie prime per la produzione del piombo, qui a Portovesme, e per la raffinazione dei materiali preziosi a San Gavino e noi siamo contrari perché significa che si stanno portando via le materie prime. Ora la società deve chiarire perché porta via prodotti necessari alle lavorazioni”.

Per tali motivi i lavoratori durante l’assemblea di  stamani hanno messo in atto un corteo dall’ingresso principale fino ai cancelli per bloccare l’ingresso e l’uscita dei mezzi pesanti. Rimane inoltre attiva l’assemblea permanente dei lavoratori con tanto di tende sul tetto della sala riunioni.

“È inaccettabile  che la proprietà si aspetti da parte del Governo ulteriori risorse pubbliche per ridurre il costo dell’energia, per sostenere gli ammortizzatori sociali, per garantire un’ipotetica riconversione industriale - affermano le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil  -. La Portovesme può godere di un prezzo accessibile dell’energia, della condizione energetica di interrompibilità, del mantenimento del regime agevolato del credito d’imposta. Il gruppo Glencore  e la società controllata in questione non hanno più alibi. Non possono che riprendere l’attività e riattivare la produzione”.

Un vertice definito non soddisfacente per i sindacati che chiedono al governo un provvedimento strutturale che faccia ripartire a pieno ritmo la fabbrica e consenta ai 1.500 lavoratori, tra diretti e indotto, di continuare a lavorare e non stare più in cassa integrazione, (provvedimento scattato il 28 febbraio). Eppure, secondo lavoratori e sindacati, un modo per far ripartire gli impianti oggi fermi ci sarebbe: abbassare i costi dell’energia. “Sollecitiamo una soluzione sul fronte energetico - afferma Vincenzo Lai, segretario Femca Sulcis - che possa ridare linfa ai due stabilimenti di Portovesme, la zona industriale di Portoscuso e San Gavino Monreale, nel Medio Campidano”. I sindacati lanciano un appello al governo per la ripartenza degli impianti di produzione del piombo e fanno un forte richiamo alla responsabilità dell’azienda che deve chiarire una volta per tutte quali siano le sue intenzioni. “Per ora non siamo soddisfatti dell’esito dell’incontro” affermano i sindacati di categoria di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil territoriali. 

Nei prossimi giorni il governo dovrebbe convocare Glencore per un ulteriore approfondimento sulle reali intenzioni dell’azienda per il futuro degli stabilimenti di Portovesme e San Gavino. Ricordiamo che la vertenza è iniziata a fine febbraio quando è scattata la cassa integrazione, allora quattro lavoratori erano saliti su una ciminiera del sito a 100 metri di altezza ed erano scesi dopo quattro giorni grazie alle rassicurazioni di interesse da parte del Governo, ma finora per loro è ancora un nulla di fatto.

Sara Martano
 

( 27 marzo 2023 )

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