In tutte le piazze italiane, domani, va in scena lo spettacolo che non c'è più. Quello dei cinema, dei teatri e di tutte le forme d’arte e cultura ormai chiusi da un anno. I lavoratori del settore si son dati appuntamento per chiedere ammortizzatori sociali e sostegno sino alla fine dell'emergenza, la riapertura in sicurezza dei luoghi della cultura, la salvaguardia della produzione e dell'occupazione, la riforma legislativa dello spettacolo, la stabilizzazione dell'occupazione delle Fondazioni lirico-sinfoniche, il rinnovo dei contratti nazionali e i protocolli per professionisti autonomi. Si tratta di una iniziativa unitaria promossa da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil. "Stiamo ragionando perchè progressivamente, nelle condizioni di massima sicurezza, si vada alla riapertura di tutti i luoghi della cultura". Afferma in un'intervista al Corriere della Sera il ministro per i Beni e le Attività Culturali, Dario Franceschini. "Ho chiesto al Comitato tecnico-scientifico un incontro urgente per proporre le misure di sicurezza integrative su cui stanno lavorando le organizzazioni di categoria.Però penso che teatri e cinema, con severe e adeguate misure, siano più sicuri di altri locali già aperti oggi. E credo che l'Italia, più di altri Paesi, abbia bisogno come l'ossigeno di tornare ad avere un'offerta culturale". Ha detto bene il presidente Draghi - conclude Franceschini - le città italiane senza teatri e cinema e le piazze senza musica sono più tristi: così l'Italia non è l'Italia. L'iniziativa vuole sollecitare - riprendono i sindacati - l'attenzione da parte della politica e delle istituzioni nazionali e locali circa la necessità di interventi non più rinviabili per una riforma strutturale che preveda: intervento pubblico e finanziamenti del settore, con modalità e tempi certi di erogazione e un monitoraggio costante sui fondi (Fus); un Recovery plan con investimenti nuovi e strutturali nel tempo per il settore della cultura; un sistema di protezione sociale con ammortizzatori adeguati per sostenere il lavoro, sviluppare l'occupazione e riconoscere le professionalità nel settore; un sistema normativo di rafforzamento e tutela sulla previdenza e l'assistenza". I sindacati denunciano ancora una volta le condizioni di precarietà in cui vive da troppo tempo larga parte del settore e chiedono di rilanciare una stagione contrattuale per la stabilità e l'innovazione nei comparti Fondazioni lirico sinfoniche e teatri e cine-audiovisivo comprensivo di attori, stunt-men, troupe, generici e doppiaggio. E' perfino superfluo ricordare - concludono - che la cultura è un bene comune da salvaguardare, non solo per chi ci lavora ma per tutti i cittadini di questo Paese.
Cecilia Augella