Venerdì 17 maggio 2024, ore 9:13

Industria

Stellantis: -9,8% il calo di produzione nei primi tre mesi dell'anno

Dopo due anni di crescita, nei primi tre mesi dell’anno si registra un forte calo della produzione negli stabilimenti italiani di Stellantis. Nel primo trimestre sono stati prodotti 170.415 veicoli, con una diminuzione del 9,8% rispetto allo stesso periodo del 2023 (188.910 veicoli prodotti tra auto e furgoni commerciali). Dal report trimestrale che la Fim ha presentato a Roma la produzione di autovetture segna un -23,8%, pari a 105.255, mentre quello relativo ai veicoli commerciali segna una crescita del 28,5%, in termini di volumi pari a circa 14.460 veicoli commerciali in più.
“Negli stabilimenti di produzione delle auto - sostiene la Fim - abbiamo riscontrato una situazione particolarmente negativa. Fatta eccezione per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco che rappresenta più della metà della produzione totale e dove riscontriamo una crescita del +26% rispetto al 1° trimestre 2023, gli altri quattro stabilimenti dimezzano la produzione auto con flessioni molto significative”.

Il Polo produttivo di Mirafiori perde la spinta della 500 elettrica che aveva caratterizzato la salita produttiva degli ultimi tre anni, compensando il continuo calo delle Maserati. Gli stabilimenti di Melfi e Cassino subiscono l’attesa verso la transizione alle future produzioni sulle due nuove piattaforme Stla Medium e Stla Large previste a partire rispettivamente dalla fine 2024 e dalla prima metà 2025. I veicoli commerciali di Atessa dopo due anni di flessione negativa, ritornano a dare un contributo positivo ed importante ai volumi complessivi. Se l’andamento riscontrato nel 1° trimestre 2024 viene confermato nei prossimi mesi e gli incentivi non invertono la tendenza, la produzione complessiva, con i veicoli commerciali, si attesterà poco sopra le 630 mila unità al di sotto delle 751 mila del 2023.

“Con questi numeri - afferma il segretario generale della Fim Ferdinando Uliano - si allontana l’obiettivo di un milione di veicoli l'anno”. E aggiunge: “I tavoli sugli stabilimenti italiani di Stellantis, che si stanno svolgendo al ministero delle Imprese e del made in Italy, servono per definire tutti gli impegni necessari a garantire volumi, occupazione e prospettive. Dobbiamo riconoscere - continua il sindacalista - che superate le difficoltà iniziali il tavolo dell’auto è partito in maniera costruttiva e concreta, ora è indispensabile che questo tavolo di sistema raggiunga l’obiettivo di costruire un accordo di sviluppo con Stellantis e tutti gli attori del settore automotive italiano per l’aumento dei livelli produttivi negli stabilimenti italiani, il consolidamento dei centri di ingegneria e ricerca, maggiori investimenti sui modelli innovativi, la riqualificazione delle competenze dei lavoratori e il sostegno alla riconversione della filiera della componentistica”.

A tal fine sono  cinque i gruppi di lavoro: Mercato (incentivi, future evoluzioni); Competitività (efficientamento, energia, ecc.);  Componentistica; Lavoro e competenze; R&S e centri di ingegneria. “Per affrontare le transizioni in atto nell’automotive - continua ancora la Fim - è importante indirizzare le risorse disponibili in maniera precisa con investimenti. Certo siamo tutti d’accordo sugli obiettivi di aumento della produzione, ma dobbiamo stabilire i tempi di realizzazione, sapendo che il milione di veicoli (auto + veicoli commerciali), significa aumentare le attuali produzioni di oltre un terzo”.  Il sindacato chiede impegni precisi sulla saturazione degli stabilimenti, sui modelli dei vari marchi del Gruppo che in futuro, dovranno essere prodotti e su come aumenteranno volumi e investimenti in R&S, l’impegno sulla rete dell’indotto.

Per la Fim è  necessario creare le condizioni di crescita dei volumi produttivi e occupazionali sia per gli stabilimenti Stellantis in Italia sia per il settore della componentistica. “Bisogna utilizzare le risorse per la reindustrializzazione, indispensabili per evitare l’impatto negativo di oltre 75mila lavoratori nel comparto auto a seguito del cambio delle motorizzazioni”ribadisce il sindacato che anche negli ultimi incontri ha denunciato le tante situazioni di crisi nel settore tra cui Marelli di Crevalcore, Bosch di Bari, Denso di San Salvo, Lear, Te Connetivity.
Sara Martano

( 5 aprile 2024 )

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