Un sistema "distruttore" caratterizzato da scelte scellerate che potrebbero spazzare via Tim, una delle più grande aziende del Paese, e mettere a rischio almeno 40mila lavoratori più altrettanti nell’indotto.
Per questo oggi si è tenuto lo sciopero nazionale indetto da Fistel Cisl, Slc Cgil, Uilcom Uil con due presidi a Roma e Milano. Le incertezze societarie ormai inaccettabili, un piano industriale proteso all’alienazione del Gruppo Tim, l’assenza di rassicurazioni da parte della politica hanno costretto sindacati e lavoratori a scendere in piazza nella speranza di fermare il collasso del l’intero sistema telecomunicazioni in Italia.
"Non possiamo accettare questo paventato "spezzatino" che punta esclusivamente ad una logica finanziaria e non industriale (innovazione, investimento, digitalizzazione ed infrastrutture per il Paese) - affermano le organizzazioni dei lavoratori. Le conseguenze, sia per la qualità del servizio sia per i livelli occupazionali, potrebbero essere drammatiche. Siamo qui a difendere - affermano - non solo la tenuta occupazionale in Tim ma il futuro del Paese".
La domanda che poniamo da mesi a tutta la politica - proseguono i sindacati - è la seguente: chi ha deciso che una grande infrastruttura debba essere smontata e regalata alla finanza?".
Da circa 10 anni - ragionano - il settore Tlc è trasformato in un mero mercato, con politiche a ribasso di cui fanno le spese i lavoratori. Invece, il Paese ha bisogno di "infrastrutture aperte e inclusive", e "del rispetto del diritto alla connettività. La decisione di "smontare" Tim non è stata presa collegialmente dal governo ma da un'oligarchia" e per questo - aggiungono sindacati - bisogna "continuare e chiamare alla responsabilità l'esecutivo e tutte le forze politiche".
Le decisioni che stanno prendendo - avvertono - avranno conseguenze pesanti sull'occupazione: il sindacato continuerà a difendere i lavoratori dell'azienda e di tutto il settore".
"Dobbiamo continuare la nostra battaglia - concludono - provando ancora a coinvolgere la politica: alla fine si tireranno le somme e vedremo chi poteva impedire questo disastro e non l'ha fatto".
"Oggi siamo con la Fistel e gli altri sindacati di categoria che manifestano a difesa degli 80 mila lavoratori di Tim, per il rilancio del più grande gruppo di telecomunicazioni del nostro Paese, contro il piano di taglio dei costi del lavoro e le ipotesi di scorporo della rete". È quanto sottolineato anche dal segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, su twitter.
Ce.Au.