Tirrenia di fronte allo spettro del fallimento. Preoccupazione per il futuro del gruppo ed in particolare dei 6mila marittimi, tutti italiani, della flotta Onorato. Cin SpA ha depositato nella serata di lunedì, presso il Tribunale di Milano, una domanda in continuità. "Il piano - scrive Cin in una nota - assicura le migliori condizioni per il rilancio dell'impresa, il mantenimento dei servizi ai clienti, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell'indotto in un settore, quello marittimo, tra i più colpiti dalla crisi Covid". "Il piano, pur prevedendo la vendita di alcuni asset - prosegue il comunicato - si basa sulla continuità aziendale, sul mantenimento dei posti di lavoro e delle rotte non prevedendo alcun tipo di contributo pubblico da convenzioni ma operando sempre in regime di libero mercato, tutto ciò anche in considerazione dei positivi risultati registrati nell'ultimo anno e dell'attuale trend ben al di sopra delle aspettative".
"Il problema - interviene Ignazio Lai, segretario generale Fit Cisl Sardegna - resta però insoluto per i lavoratori che permangono in uno stato di incertezza come pure la conferma dei collegamenti da e per la Sardegna".
"Lo stallo nella trattativa con i Commissari Tirrenia in As, - prosegue la compagnia in una nota - è stato spiegato con il nodo delle garanzie. Su questo punto precisiamo che anche grazie e soprattutto all'intervento del fondo Europa Investimenti pagheremo 77 milioni di euro in favore di banche e bondholders, ovvero l'intero debito Cin nei confronti degli stessi, che saranno quindi obbligati al rilascio del consenso alla cancellazione delle ipoteche, attualmente esistenti, in loro favore sulle navi con la conseguente permanenza sulle stesse della sola iscrizione di ipoteca di primo grado in favore di Tirrenia in As".
"Non comprendiamo quindi - afferma la società - perché si parli di un problema di garanzie, considerando anche che il valore delle navi offerte in garanzia a Tirrenia in As è oltremodo capiente rispetto al credito dovuto. Tutto ciò risulta strumentale e pretestuoso soprattutto alla luce del fatto che Tirrenia in As è un creditore chirografario, ovvero oggi privo di qualsiasi garanzia reale. Delle altre condizioni, sei in totale, imposte dal Mise, quattro sono state accettate e due sono state ritenute dall'Attestatore illegittime e con profili di illegalità". "Tornando alle legittime apprensioni dei sindacati, con i quali siamo pronti a proseguire con ulteriori confronti quanto prima - assicura Tirrenia - il nostro piano industriale non prevede mutazioni nel perimetro occupazionale, ma solo la sostituzione di navi con nuove unità già attualmente in costruzione" .
"E' il caso di precisare che Cin ha già e più volte chiesto al Mise la convocazione dei propri rappresentanti e di quelli di Tirrenia in AS ad un tavolo di confronto per facilitare la ricerca di una soluzione alla presenza degli esponenti ministeriali, ma il Mise - conclude - non ha mai dato alcun riscontro a queste ripetute richieste".
"Chiediamo certezza sui futuri livelli occupazionali - replica immediatamente la Fit-Cisl spiegando che: "Nel merito della presentazione della domanda in continuità presso il Tribunale di Milano, richiediamo a Cin l’avvio immediato di un confronto dettagliato riguardante il nuovo piano industriale. Rimane urgente confrontarsi con il ministero per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili, per avere contezza della clausola sociale in relazione ai bandi per la continuità territoriale, anche in virtù di quanto riscontrato nel bando di gara e successivo avviso per la manifestazione di interesse riguardante la Civitavecchia-Arbatax-Cagliari, in merito alla garanzia occupazionale".
Ce. Au.