Venerdì 19 dicembre 2025, ore 18:33

Giornata migrante 

Cnel: 5,4 milioni stranieri residenti in Italia 

Al 1 gennaio 2025 gli stranieri residenti nel nostro Paese sono 5,4 milioni, pari al 9,2% della popolazione complessiva. I nuovi cittadini italiani (in precedenza stranieri) sono circa due milioni. Questa presenza, che risulta in costante aumento, avviene nel quadro di un netto declino della popolazione di cittadinanza italiana, fungendo quindi da ”ammortizzatore” del regresso demografico. Dal 2012 al 2024 infatti, mentre la popolazione con cittadinanza italiana è calata di 2,27 milioni di unità, la popolazione residente straniera è aumentata di 1,10 milioni, dimezzando sostanzialmente la flessione del dato complessivo dei residenti. È quanto emerge dal Rapporto Onc-Cnel sull'immigrazione 2025 ”Conoscere per includere”. Il calo della popolazione, sottolinea il report, ha trovato, diversamente da quanto accadeva negli anni precedenti, solo parziale compensazione nel contributo netto positivo sul fronte delle migrazioni internazionali. La crisi demografica è talmente incisiva che già oggi e ancor più in prospettiva negli anni a venire l'apporto migratorio positivo - se contenuto entro limiti sostenibili - appare destinato unicamente a frenare, senza poter invertire, la tendenza al ridimensionamento della popolazione totale.
La comunità straniera statisticamente più rappresentata in Italia è quella romena: 1,73 milioni di residenti al 1 gennaio 2024, tuttavia in calo nell'ultimo decennio. Diversa a dinamica messa in luce da altre due importanti comunità insediate da tempo nel nostro Paese: quella albanese e quella marocchina, rispettivamente con 416 mila e 412 mila residenti al 1 gennaio 2024. Per entrambe si assiste nell'ultimo decennio al sorpasso dei nati nei rispettivi paesi sul corrispondente numero di cittadini residenti in Italia. La distribuzione della popolazione straniera è fortemente asimmetrica, con una concentrazione schiacciante nelle regioni settentrionali e centrali del Paese. In termini di quota sul totale della popolazione straniera, la Lombardia è la regione che ospita la percentuale più alta di residenti stranieri (22,9%), seguita da Lazio (12,2%) ed Emilia-Romagna (10,7%).
Ieri la Giornata internazionale dei migranti, istituita dalle Nazioni Unite nel 2000 per promuovere la protezione dei diritti dei lavoratori migranti. ”Una ricorrenza che richiama l'impegno costante del sindacato per la dignità, l'inclusione e la giustizia sociale”, sottolinea il segretario confederale della Cisl Sauro Rossi. ”La migrazione non é un'emergenza, ma un fenomeno strutturale da gestire con sapienza e lungimiranza”. Per questo la Cisl chiede ”politiche europee e nazionali che, superando approcci puramente securitari, rafforzino i canali legali e sicuri di ingresso, favoriscano la formazione e la qualificazione professionale sia in fase di pre-partenza che dopo l'arrivo nel Paese ospitante e garantiscano, come base fondamentale d'integrazione, condizioni di lavoro sicure e dignitose. Vanno quindi introdotte procedure di regolarizzazione dei lavoratori migranti permanenti e continuative e superate formule come quelle del click-day. I lavoratori migranti rappresentano una componente essenziale della nostra economia e della nostra società: contribuiscono alla crescita del Paese nei settori della cura, dell'agricoltura, della logistica, dell'edilizia e dei servizi. Anche per questo devono vedere riconosciute dignità ed importanza nel mondo del lavoro e scongiurate le forme di marginalizzazione nell'ambito sociale”. Per la Cisl, conclude Rossi, ”la sfida è costruire, attraverso un Patto di ampia portata, un modello di sviluppo sostenibile che puntando su innovazione e produttività, non scarichi i costi delle trasformazioni sui lavoratori più fragili, come risultano spesso essere i lavoratori immigrati e che, con forte impronta solidaristica, in tema di governo dei processi migratori, qualifichi le politiche di accoglienza e valorizzi la partecipazione e la corresponsabilità di istituzioni e parti sociali nella valutazione dei fabbisogni occupazionali, nel contrasto al caporalato e allo sfruttamento e nei processi d'inserimento lavorativo e d'inclusione sociale”.
Giampiero Guadagni

( 18 dicembre 2025 )

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