Il Papa agostiniano con questo documento firmato il 4 ottobre, festa di San Francesco d'Assisi, si inserisce sul solco dei predecessori: Giovanni XXIII con l'appello ai Paesi ricchi nella Mater et Magistra a non rimanere indifferenti davanti ai Paesi oppressi da fame e miseria; Paolo VI, la Populorum progressio e l'intervento all'Onu ”come avvocato dei popoli poveri”; Giovanni Paolo II che consolidò dottrinalmente ”il rapporto preferenziale della Chiesa con i poveri”; Benedetto XVI e la Caritas in Veritate con la sua lettura ”più marcatamente politica” delle crisi del terzo millennio. Infine, Francesco che della cura ”per i poveri” e ”con i poveri” ha fatto uno dei capisaldi del pontificato.
Il Papa vede con favore il fatto che ”le Nazioni Unite abbiano posto la sconfitta della povertà come uno degli obiettivi del Millennio”. La strada tuttavia è lunga, soprattutto in un'epoca in cui imperversa la ”dittatura di un'economia che uccide”, in cui i guadagni di pochi ”crescono esponenzialmente” mentre quelli della maggioranza sono ”sempre più distanti dal benessere di questa minoranza felice” e in cui sono diffuse le ”ideologie che difendono l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria” . È segno, tutto questo, che ancora persiste ”a volte ben mascherata” una cultura dello scarto che ”tollera con indifferenza che milioni di persone muoiano di fame o sopravvivano in condizioni indegne dell'essere umano”.
Leone XIV dedica spazio anche al tema delle migrazioni. A corredo, l'immagine del piccolo Alan Kurdi, il bimbo siriano di 3 anni divenuto nel 2015 simbolo della crisi europea dei migranti con la foto del corpicino senza vita su una spiaggia. ”Purtroppo, a parte una qualche momentanea emozione, fatti simili stanno diventando sempre più irrilevanti come notizie marginali”, l'amara considerazione del Pontefice. ”La Chiesa, come una madre, cammina con coloro che camminano. Dove il mondo vede minacce, lei vede figli; dove si costruiscono muri, lei costruisce ponti”.
Giampiero Guadagni