Venerdì 31 ottobre 2025, ore 22:07

Riforme 

Ddl Giustizia, dal Senato sì definitivo 

Con l'approvazione del Senato il disegno di legge di riforma costituzionale della separazione delle carriere ottiene il sì definitivo del Parlamento, con la "doppia lettura conforme" delle due Camere previste dall'articolo 138 della Costituzione. Ora partirà la preannunciata raccolta delle firme che chiedere il referendum confermativo che dovrebbe svolgersi nella primavera del 2026.
Ecco i contenuti della riforma Meloni-Nordio.
Una magistratura, due carriere. L'attuale articolo 104 della Costituzione afferma che "La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere", frase a cui la riforma aggiunge che essa "è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente".
Due Csm. All'attuale Consiglio superiore della magistratura (Csm) ne subentreranno due: uno "della magistratura giudicante" ed uno "della magistratura requirente"; entrambe "sono presieduti dal Presidente della Repubblica"; "ne fanno parte di diritto" rispettivamente "il primo presidente e il procuratore generale della Corte di cassazione".
Csm estratti a sorte. I due Consigli non saranno elettivi. Essi saranno composti per un terzo da membri laici e per due terzi da togati; i primi saranno estratti a sorte da un elenco di giuristi predisposto dal Parlamento in seduta comune; i secondi saranno sorteggiati tra tutti i magistrati, giudicanti e requirenti, che avranno i requisiti che stabilirà una legge ordinaria successiva. I componenti dei due Csm "durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva".
Poteri dei due Csm. I due Csm perdono i poteri disciplinari oggi affidati ad una Sezione speciale dell'attuale Csm. Essi avranno competenze per quanto riguarda "le assunzioni, le assegnazioni, i trasferimenti, le valutazioni di professionalità e i conferimenti di funzioni nei riguardi dei magistrati".
Alta Corte disciplinare. La giurisdizione disciplinare nei riguardi di tutti i magistrati "è attribuita all'Alta Corte disciplinare". Essa sarà composta da 15 membri: 3 nominati dal Presidente della Repubblica; 3 estratti a sorte da un elenco di giuristi che il Parlamento in seduta comune "compila con elezione"; 6 estratti a sorte tra i magistrati giudicanti con 20 anni di attività e con esperienze in Cassazione; 3 sorteggiati tra i magistrati requirenti con vent'anni di attività e esperienza in Cassazione. I togati sono quindi la maggioranza, ma il presidente viene eletto tra i laici. Durano in carica 4 anni, l'incarico non è rinnovabile.
Sentenze non impugnabili. Le sentenze sono ricorribili solo davanti alla stessa Corte che giudicherà in secondo grado in una composizione diversa rispetto al primo. Le sentenze non sono impugnabili in Cassazione come prevede l'articolo 111 della Costituzione. Una legge ordinaria disciplinerà gli illeciti disciplinari, le sanzioni, la composizione dei collegi, il procedimento e il funzionamento dell'Alta Corte.
Leggi attuative. L'ultimo articolo della riforma stabilisce che "entro un anno" dall'entrata in vigore (quindi dopo il referendum) devono essere varate le leggi attuative. Nel frattempo continuano ad osservarsi le leggi vigenti.
Il centrodestra scalda i motori in vista del referendum. Per richiedere la consultazione popolare nel modo più veloce possibile, la maggioranza raccoglierà le firme di un quinto dei parlamentari di una Camera, ma non è escluso che - per rafforzare la campagna - successivamente possa percorrere anche altre strade: i banchetti per l'eventuale sottoscrizione da parte di cinquecentomila elettori o la richiesta di cinque consigli regionali. FdI, memore dell'esperienza di Matteo Renzi, è determinata a non personalizzare troppo la consultazione popolare.
Le opposizioni non stanno certo a guardare. E, mentre vanno avanti nella battaglia parlamentare, fanno sapere che - anche loro raccoglieranno le firme per il referendum dando vita a "una grande mobilitazione" nazionale per il no. Tra i contrari alla modifica costituzionale, oltre alla minoranza parlamentare, gli italiani troveranno schierata l'Associazione nazionale magistrati con il suo comitato per il no.
Giampiero Guadagni

( 30 ottobre 2025 )

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