Intanto i cardinali cominciano a conoscersi meglio in vista del Conclave. Ieri la prima congregazione: un'ora e mezzo per i dettagli organizzativi e per il giuramento di riservatezza. Bergoglio ha creato 149 cardinali, di cui 110 elettori. Inevitabile in queste ore l’elenco e la descrizione dei papabili e delle loro posizioni teologiche e ”politiche”.
Nei suoi 4.422 giorni di pontificato, Francesco (numero 266 nella lunga lista dei Papi, compreso San Pietro; e con i suoi 88 anni il più anziano in carica dopo Leone XIII, morto a 93 anni) ha effettuato 47 viaggi apostolici, durante i quali ha visitato 66 Paesi di ogni continente, dal Nord America all'Oceania.
Dall'impegno per il clima alla preoccupazione per il futuro dei giovani agli strali contro la violenza sulle donne. Bergoglio si è costantemente ”immischiato” nelle questioni sociali, preoccupato di quella ”cultura dello scarto”, presente ovunque e sempre pronta ad emarginare i più fragili. Il simbolo di tutto questo è il primo viaggio del pontificato di Francesco, l’8 luglio 2013: il Papa scelse Lampedusa per parlare di ”globalizzazione dell'indifferenza”, primo atto di una denuncia costante della ”cultura dello scarto”. Una visita fortemente voluta da Bergoglio, toccato dal naufragio nel canale di Sicilia di un gommone di migranti. Da Lampedusa a Giuba in Sud Sudan, Bergoglio ha sempre privilegiato gli angoli del pianeta dimenticati dal mondo. E così ha acceso lui i riflettori su realtà che rischiano di essere perennemente in secondo piano. Con questa logica che è stato ad Ajaccio e non a Parigi, a Malta e non a Madrid, a Tirana e non a Berlino. Due volte a Lesbo, l'isola greca dei migranti, come aveva scelto Lampedusa per la sua prima visita in Italia. Anche in Italia ha amato di più i piccoli centri alle grandi città che ha pur visitato per ragioni pastorali. Il Papa è stato sei volte ad Assisi, la città di quel Francesco dal quale ha preso il nome. Nelle visite italiane ci sono stati anche altri piccoli centri che avevano bisogno della 'carezza' del Papa: Amatrice dopo il terremoto, Piazza Armerina per ricordare don Pino Puglisi.
Quattro le encicliche. La prima è la ”Lumen Fidei”, dedicata alla fede cristiana e all'identità dei credenti. E' stata pubblicata nel 2013, dopo pochi mesi dalla sua elezione come nuovo pontefice. La lettera è stata in realtà iniziata da Papa Benedetto XVI che ne ha consegnato poi il testo al successore affinché completasse il lavoro. Va quindi a completare la trilogia di encicliche papali che Benedetto XVI aveva pensato per i suoi fedeli, dopo la Deus caritas est del 2006 e Spe salvi del 2007, e al tempo stesso apre la quadrilogia bergogliana. L'enciclica parla tra l’altro del rapporto tra fede e ragione, che devono essere sempre in costante dialogo tra loro, in costante comunicazione.
Nella Laudato Sì del 2015 si parla di ecologia e di rispetto per il pianeta in cui viviamo. Afferma il Papa: siamo i custodi del Creato, dobbiamo prendercene cura, salvaguardare quanto più possibile il pianeta. L'ecologia integrale diventi un nuovo paradigma di giustizia, perché la natura non è una ”mera cornice” della vita umana.
Fratelli Tutti, 2020, è incentrata sui temi della fraternità e dell'amicizia. Il Papa la definisce una ”Enciclica sociale” che mutua il titolo dalle ”Ammonizioni” di San Francesco d'Assisi, che usava quelle parole ”per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangelo"”. L'Enciclica ricorda la comune appartenenza alla famiglia umana: tutti sulla stessa barca e dunque bisognosi di prendere coscienza che in un mondo globalizzato e interconnesso ci si può salvare solo insieme. Motivo ispiratore più volte citato è il Documento sulla fratellanza umana firmato da Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar nel febbraio 2019.
Infine, nel 2024, la Dilexit Nos, lettera enciclica interamente dedicata al culto del Sacro Cuore di Gesù. Francesco scrive sull'onda delle crisi internazionali sempre più acute (la ”Terza guerra mondiale a pezzi”, secondo una sua costante definizione.
Anche i giovani sono sempre stati al centro dei pensieri di Francesco. In troppi senza lavoro e senza sogni. A loro dedicata l'esortazione Christus vivit del 2019, alla fine del Sinodo convocato sul tema. La famiglia è stata invece al centro in Amoris Laetitia, esortazione del 2016 (anche questa frutto di un Sinodo), con quella attenzione per le famiglie che non avevano mai avuto piena cittadinanza nella Chiesa cattolica, come quelle dei divorziati risposati o le unioni tra persone dello stesso sesso. Poi le donne: contro la violenza di genere Francesco è stato durissimo, come come insistente è stato il richiamo sul loro diritto di non perdere il lavoro una volta diventate mamme.
Tra le sue priorità la lotta alla pedofilia e agli abusi che per decenni hanno devastato la Chiesa cattolica, incrinando la sua credibilità tra i fedeli. In molti dei suoi viaggi ha incontrato le vittime ma lo ha fatto anche in Vaticano, in diverse occasioni, e nel 2019 ha convocato uno storico summit con i capi delle conferenze episcopali e i responsabili degli ordini religiosi di tutto il mondo. Ma non è l'unica grande sfida che Francesco ha dovuto affrontare: in primo piano anche la riforma della Curia e la stretta sulle finanze, la ragione principe per la quale arrivò al Soglio di Pietro. Proprio i suoi appunti e i suoi interventi pre-conclave sulla necessità di imboccare la strada di "una Chiesa povera per i poveri" sono stati alla base dei tanti voti convogliati su di lui nel Conclave del 2013.
Giampiero Guadagni