Nelle prossime settimane si apre una fase complessa e la prima sfida che abbiamo di fronte è la legge di bilancio. Così la leader della Cisl, Daniela Fumarola, nel suo intervento di venerdì scorso al meeting di Rimini. ”Chiediamo al Governo intanto di essere convocati. Porteremo le nostre proposte, a partire da un'attenzione diversa al ceto medio e alle famiglie che hanno sofferto in questo periodo più di altri, verso cui abbiamo provato già insieme con il Governo, con la vecchia legge di bilancio, a dare delle risposte”. Aggiunge Fumarola: ”I salari crescono se si rinnovano i contratti pubblici e privati, crescono se si interviene ulteriormente sul cuneo fiscale. Tanto si è fatto lo scorso anno, ma il ceto medio e le famiglie sono i soggetti che più di altri hanno sofferto. L’Irpef deve passare dal 35% al 32%”. Quanto alle pensioni ”occorre dare risposte a chi è già in pensione, ai giovani, alle donne”. E ancora: ”Dare risposte sulla non autosufficienza; sulla sanità; su salute e sicurezza, che è la vera emergenza”. Il secondo appuntamento è il 2026, quando terminerà l'applicazione del Pnrr. Sottolinea la numero uno del sindacato di Via Po: ”In questo arco temporale dobbiamo cercare di utilizzare al meglio tutte le risorse disponibili, riprogrammare quelle che non sono state utilizzate e che non hanno la prospettiva di essere utilizzate. Abbiamo la necessità di concludere quel percorso e di legarlo anche con le risorse della coesione”. Per il dopo 2026 la Cisl propone un patto sociale a tutti i soggetti riformisti basato su tre parole, tre scelte politiche: concertazione, partecipazione e contrattazione. La partecipazione la immaginiamo, e nella legge è scritto, attraverso l'esercizio della contrattazione”.
Ribadisce la leader della Cisl: ”Il sindacato deve essere pragmatico, responsabile, coraggioso; deve fare del conflitto l'ultima arma da mettere in campo. La Cisl non ha messo il conflitto in naftalina, ma pensa di doverlo usare quando non abbiamo più margini”.
La proposta di un patto sociale è accolta favorevolmente dal ministro delle Imptres e del Made in Italy Urso che dallo stesso palco afferma: ”Ora si può fare nella parte finale della legislatura e noi ci auguriamo che si faccia un patto sociale con le imprese e i sindacati che possa garantire una coesione nazionale nell'accompagnare e accelerare la strada del rinascimento dell'Italia che la premier Meloni ha garantito anche sul piano internazionale”. Quanto ai dazi il responsabile del Mimi ritiene che ”il raggiungimento di un'intesa, che va ancora perfezionata, garantisce un quadro di certezze alle imprese perché senza certezze le imprese non investono, non si muovono. Il 15% è sicuramente un ostacolo ma superabile per le nostre imprese che hanno dalla loro la forza della qualità, dell'eccellenza, della unicità a cui i consumatori americani non vogliono assolutamente rinunciare”.
Da parte sua Fumarola spiega: ”I dazi creano problemi alle imprese, ai lavoratori, all'economia e alle filiere del nostro Paese. Certo, il 15% è meglio del 50%. Ma c’è bisogno che si continui ad intervenire sull'Europa perché l'Europa deve occuparsene. Bisogna proteggere le imprese, il lavoro e trovare nuovi sbocchi commerciali per non dipendere da situazioni di questo tipo”.
Alla vigilia del Meeting sono arrivati i messaggi di Papa Leone e del presidente Mattarella. Il Papa invita a ”superare i muri di diffidenza che contrappongono le religioni e le culture. Va abbandonata l'idolatria del profitto che ha pesantemente compromesso la giustizia, la libertà di incontro e di scambio, la partecipazione di tutti al bene comune e infine la pace”.
Per Mattarella ”abbiamo bisogno di costruttori di comunità, di convivenza, di pace, di partecipazione, di solidarietà. Costruttori di una società capace di governare i mutamenti restando umana nelle fondamenta e nella civiltà, perché non possiamo dare per scontate le conquiste che le precedenti generazioni ci hanno trasmesso”.
Giampiero Guadagni