Si è svolta ad Asti la cerimonia per il trentennale della morte di Giovanni Goria ad Asti, alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. La celebrazione si è aperta con un filmato in cui Goria - esponente della Democrazia Cristiana e presidente del consiglio dal 1987 al 1988 - parla anche dell'Europa e tra le sue affermazioni si sente: "La politica è una cosa necessaria e se fatta bene e anche una cosa utile". Ad aprire la cerimonia sono state le parole di Carlo Cerrato, direttore della Fondazione Giovanni Goria, che si è rivolto al presidente della Repubblica ringraziandolo per la visita: "Ci ha regalato un sogno". "Non posso dire che non fosse ambizioso, ma percepivo che credeva davvero nel suo impegno pubblico come servizio per la collettività. Negli anni gli ho sentito dire spesso: 'Si esercita il potere per essere utili al Paese, non per il potere fine a se stesso'". Sono parole di Marco Goria, figlio di Gianni, nel corso della cerimonia. "Io allora - ha aggiunto il figlio - non capivo bene il significato di questa frase ma, mai come ora, ne comprendo l'importanza e lei, signor presidente - si è rivolto a Mattarella -, in questo è un grande esempio per tutta l'Italia e per tutta la classe dirigente". Profondo e di altissimo valore l’intervento del Capo dello Stato Sergio Mattarella amico e collega di partito e ministro nel governo di Giovanni Goria. Mattarella ha detto "Goria aveva una sensibilità che lo portava a considerare come strettamente connessi i temi del risanamento economico e dello sviluppo, cioè di una gestione della finanza pubblica che non mortificasse l’economia; di una progressione della spesa pubblica accompagnata da un sistema fiscale moderno". "Lo colpiva -ha aggiunto il Capo dello Stato- la inquietudine che si respirava al Nord del Paese, che reclamava ammodernamenti importanti e scelte coraggiose anche per quanto riguardava il terreno della politica e della sua rappresentanza. La sua era la sfida della concretezza, riprendendo, in questo, l’insegnamento di uno dei suoi grandi estimatori, Giovanni Marcora. Voleva -e sapeva- assumersi il rischio di governare. Proprio l’avvio di una fase nuova di sviluppo era concepito come prova di credibilità del rinnovamento della politica, di un nuovo gruppo dirigente". "Percepiva fortemente l’insofferenza di aree territoriali e di ceti sociali per le inefficienze e gli squilibri accumulati, avvertiva quindi la necessità di porre fine alle distorsioni corporative che pesavano sulla nostra società italiana. Si confrontava con gli altri Paesi europei. Questioni ancora oggi di grande attualità". Nel pomeriggio la visita alla Fondazione Giovanni Goria, alla casa di Alfieri e il saluto della comunità astigiana.
Luca Rolandi