In Italia tre quarti dell'intera Irpef (il 76,87%) sono pagati da appena un quarto di tutti i contribuenti (circa 11,6 milioni su 42,6 milioni di dichiaranti), mentre i restanti 31 ne pagano solo il 23,13%. E addirittura il 43,15% degli italiani risulta senza redditi e, di conseguenza, vive a carico di qualcuno. È la fotografia che, mentre il dibattito intorno alla prossima manovra si concentra sul ceto medio da aiutare, mette a nudo un paese in cui il peso del fisco è concentrato su una minoranza di contribuenti. A scattare il fermo immagine è il centro studi di Itinerari Previdenziali con il sostegno di Cida. Dall'analisi emerge che "meno di un terzo dei contribuenti sostiene da solo oltre tre quarti dell'Irpef", un meccanismo che concentra il peso fiscale su una minoranza e lascia il resto del Paese sulle spalle di pochi, e che si rivela "la trappola del ceto medio", si spiega nel rapporto, che indica nella legge di bilancio un banco di prova per ridare fiducia al ceto medio: "chiediamo alla politica scelte coraggiose, meno evasione, più equità, investimenti veri su lavoro e salari". Ma il ceto medio è insieme alle famiglie una delle priorità della prossima manovra.
Lo torna a ribadire il viceministro dell'Economia Maurizio Leo, che però si fa portavoce della cautela che regna in queste ore al Tesoro: "Dobbiamo essere rigorosi e molto attenti ai conti pubblici". Sull'Irpef la linea della prudenza potrebbe alla fine tradursi nel taglio della seconda aliquota dal 35 al 33% per i redditi da 28 mila ai 50 mila euro, senza estensione fino a 60 mila. Per quanto riguarda le famiglie con figli, invece, si lavora sulle detrazioni ma l'idea sarebbe di procedere con sgravi "misurati e calibrati". Sul Mef cresce intanto il pressing dei ministri, della politica e del mondo sociale. Il titolare della Salute, Orazio Schillaci, fa sapere di essere già al lavoro con il collega dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, e con il governo per aumentare le risorse per la sanità. Stiamo lavorando "per trovare altri fondi oltre ai 4 miliardi che sono stati già bollinati lo scorso anno dal Mef.
Puntiamo ad una cifra tra i 2 ed i 3 miliardi in più", annuncia, indicando la necessità di "pagare meglio gli operatori sanitari e fare entrare nel Servizio sanitario nazionale nuove persone". Ma a far sentire la loro voce con il governo sono anche le varie associazioni che rappresentano le famiglie. Ricevute a Palazzo Chigi, hanno avanzato richieste che vanno dall'Irpef proporzionale al numero di figli, all'introduzione di un Isee famiglia, fino alla detrazione per l'acquisto dei libri scolastici. Il governo, nell'assicurare la propria attenzione, si è detto impegnato a "dare sostegno economico alle cure domiciliari" e anche "alla definizione del ruolo del caregiver familiare", con un ddl da portare a termine "in tempi rapidi". Resta intanto aperto il cantiere della rottamazione, fortemente voluta dalla Lega. "L'unico dato certo è che si fa", garantisce il relatore del ddl all'esame del Senato, il leghista Massimo Garavaglia: non è ancora deciso se arriverà con emendamento, ordine del giorno o direttamente in legge di bilancio, ma è certo - conferma - che l'intervento sarà ridimensionato rispetto a quello pensato nel ddl proposto da via Bellerio, che prevede di spalmare il pagamento delle cartelle su 10 anni fino a 120 rate. Il percorso di avvicinamento alla manovra intanto procede.
Le fondamenta verranno gettate con il Documento programmatico di finanza pubblica, atteso questa sera in consiglio dei ministri, che fornirà la cornice finanziaria e un primo assaggio delle misure. In Cdm potrebbe arrivare anche una norma per la proroga di Arera, mentre sembra improbabile che approdi sul tavolo del governo il decreto energia al quale il ministro Pichetto Fratin sta apportando le ultime modifiche, compresa quella sulle aree idonee. Per quanto riguarda infine il Pnrr, non ci sarà nessuna proroga, ha chiarito il ministro Tommaso Foti, che ha lanciato un appello in vista dell' "ultimo miglio": "che ci sia la volontà da parte di tutti di raggiungere obiettivi che servono ai cittadini".
Rodolfo Ricci