Un maestro poco noto al grande pubblico, ma di indubbia importanza nell’ambito della cultura figurativa del Rinascimento in Italia settentrionale, tanto da essere definito da Giorgio Vasari, nelle sue celebri Vite, “raro” ed “eccellente pittore”.
Nei 500 anni dalla morte, il Museo Diocesano di Cremona dedica dal 10 ottobre all’11 gennaio 2026, la prima mostra monografica su Boccaccio Boccaccino (1462-1525).
La mostra si pone come occasione irripetibile di studio e di ricerca e, al tempo stesso, un momento di valorizzazione dell’artista nativo di Cremona. Grazie alla sua attività, attestata nei più importanti centri del nord Italia, Boccaccino si propose infatti sulla scena come un intelligente interprete della lezione impartita da Leonardo a Milano e da Giorgione a Venezia.
L’idea di mostra scaturisce dalla recente acquisizione, da parte del Museo Diocesano di Cremona, di una tavola del Maestro, frammento di una pala d’altare un tempo nella chiesa di San Pietro al Po a Cremona, che rappresenta l’ultima sua opera, eseguita poco prima della morte. Con questa acquisizione il Diocesano di Cremona può vantare oggi il più cospicuo nucleo museale di opere di Boccaccino, che comprende il frammento di pala (restaurato) già citato, la stupenda Annunciazione Ludovisi (deposito permanente da parte della Fondazione Arvedi Buschini), la Crocifissione e la Sacra famiglia con Maria Maddalena.
Attraverso prestiti di grande rilevanza, concessi da importanti istituzioni museali tra cui le Gallerie degli Uffizi, la Galleria Estense, il Museo di Capodimonte, il Museo Civico di Padova, il Museo Correr, e alcuni prestiti concessi in via eccezionale da prestatori privati, la mostra ripercorre la vicenda artistica di Boccaccino dalle origini sino agli ultimi anni, dando conto della sua attività attestata a Ferrara, Genova, Milano, Venezia, Roma e Cremona, nella cui Cattedrale si conserva lo straordinario ciclo affrescato nella navata centrale. Si potrà così comprendere il rilievo del pittore nel più ampio contesto del Rinascimento italiano tra la fine del XV e i primi tre decenni del XVI secolo.
Il percorso prende avvio dalla prima attività di Boccaccino tramite due importanti testimonianze, l’Ado razione dei pastori del Museo di Capodimonte e la Madonna col Bambino dei Musei Civici di Padova, che consentono di inquadrare le prerogative stilistiche del pittore, suggestionato, alla fine del XV secolo, dai fatti figurativi di ascendenza emiliano-ferrarese e dalla cultura di matrice leonardesca. A documentare lo spostamento di interessi di Boccaccino, a seguito
del suo rocambolesco trasferimento da Ferrara a Venezia, avvenuto nell’anno 1500 dopo un drammatico fatto di cronaca nera, la mostra propone l’Adorazione dei pastori della Galleria Estense di Modena, dove si scorge con maggiore evidenza l’eco del magistero di Giorgione.
Tra le prime opere realizzate a Venezia va ricordata l’ancona per la chiesa di San Giuliano, la cosiddetta “pala di San Zulian”, oggi inamovibile, evocata da due opere di collezione privata (una delle quali replica in modo fedele il gruppo centrale della Madonna col Bambino nella pala veneziana), mai esposte sinora in pubblico. Nel corso della permanenza in laguna Boccaccino ebbe modo di mettere a punto un linguaggio raffinato, che si evince dalla stupefacente coppia di Evangelisti e dall’ico nica Zingarella delle Gallerie degli Uffizi. Il soggiorno veneziano rappresentò anche l’occa sione per confrontarsi con la tipologia della “sacra conversazione a mezze figure”, brevettata da Giovanni Bellini e ampiamente diffusa. Un esempio in tal senso è offerto dalla Madonna col Bambino tra i santi Giovanni Battista e Caterina d’Alessan dria del Museo Correr di Venezia. Nell’estate del 1506 l’arti sta giunse a Cremona dove fu incaricato di affrescare il catino absidale del Duomo e l’Annun ciazione sull’arco santo, subito replicata nella meravigliosa tavola già in collezione Ludovisi, oggi al Museo Diocesano di Cremona. Allo stesso periodo datano la Pala di Sant’Agata del 1508 (recentemente restaurata) e la Crocifissione su tela, entrambe conservate al Diocesano. L’impresa più eclatante della carriera di Boccaccino, avviata al ritorno da un soggiorno a Roma, è però rappresentata dalle Storie della Vita della Vergine e dell’Infanzia di Cristo sulla parete sinistra della navata del Duomo di Cremona (1514-1519). La prossimità di questo ciclo alla sede della mostra invita ad entrare in Cattedrale e ammirare questo memorabile ciclo di affreschi. L’esposi zione cremonese si completa con due opere risalenti all’e strema maturità dell’artista, il Ritratto di gentiluomo di collezione privata, sinora mai esposto al pubblico e ad oggi unico testimone della produzione ritrattistica del pittore, e il frammento restaurato della cosiddetta “pala Fodri”. In queste opere, nonostante l’età avanzata, il maestro dimostra di essere aggiornato sulle novità proposte da altri maestri del Rinascimento padano, per esempio da Girolamo Romanino e Altobello Melone, e di essere inserito nei più importanti circuiti cittadini, godendo della stima dei contemporanei.