L’attenzione di Prevost per le questioni sociali e del lavoro è già nella scelta del nome, esplicito riferimento a Leone XIII autore della Rerum Novarum del 1891 che fondò di fatto la moderna dottrina sociale delle Chiesa. Il documento, rivoluzionario per il mondo cattolico dell'epoca, affrontava la questione dei diritti e dei doveri del capitale e del lavoro; e cercava una terza via cristiana, fra il liberalismo capitalista e il socialismo rivoluzionario. Contro lo sfruttamento capitalistico e la lotta di classe, Leone XIII sosteneva la necessità della collaborazione fra le classi.
Ad oltre 130 anni di distanza, la rivoluzione industriale ha lasciato il posto alla rivoluzione algoritmica. Il lavoro non è più minacciato dalle macchine di fabbrica, ma da software intelligenti, dalla precarietà invisibile del digitale, dal rischio crescente di un’economia disumanizzata. Leone XIV ne è ben consapevole e da subito ha spiegato che ”la oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”. La IA ”può aprire nuovi orizzonti di uguaglianza o al contrario fomentare conflitti e aggressioni”.
Di lavoro nei suoi sei mesi di Pontificato Papa Prevost ha parlato spesso. In particolare lo scorso 11 ottobre, ricevendo migliaia di pellegrini giunti dalla Toscana per il loro Giubileo, ha sottolineato che ”il lavoro è da garantire a tutti e le crisi aziendali sono da gestire guardando sempre alla dignità dell'uomo”.
Nei giorni scorsi, ad un giornalista che gli chiedeva del Giubileo del mondo del lavoro e del fatto che di lavoro in Italia si continua a morire, come è avvenuto proprio a Roma alla Torre dei Conti, Leone XIV ha sottolineato che ”la voce della Chiesa è che sui diritti e sulla necessità del lavoro bisogna veramente lavorare tutti insieme. È un diritto dell’essere umano avere un lavoro dignitoso, dove si può anche guadagnare per il bene della famiglia. Siamo tutti preoccupati per il tema sicurezza, non solo in Italia. La celebrazione del Giubileo è un’occasione anche per dare un po’ di speranza e cercare di unire le forze per trovare soluzioni”. .
Di sicurezza sul lavoro ha parlato anche la segretaria generale della Cisl, Daniela Fumarola, al Consiglio generale della Filca Cisl, che ha rinnovato il proprio gruppo dirigente (Ottavio De Luca prende il posto di Enzo Pelle). Sottolinea la numero uno del sindacato di Via Po: ”La morte di Octay Stroici sotto le macerie per i lavori di restauro della Torre dei Conti a Roma, il ferimento di suoi tre colleghi, salvati dallo straordinario sforzo dei vigili del fuoco a cui va il nostro ringraziamento, resta una tragedia indegna di un Paese civile. A prescindere dalle responsabilità che sarà compito della magistratura accertare. Ma non basta indignarsi. Noi non crediamo al fato. Non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo mai. Perché al lavoro sicuro, dignitoso, senza sfruttamento, con diritti garantiti e un salario equo, abbiamo scelto di dedicare la nostra vita e le nostre migliori energie”.
Fumarola ha sottolineato la centralità del comparto edilizio per lo sviluppo economico del Paese. “Il mondo delle costruzioni è un settore trainante per la crescita. Lo dicono i dati: 124,8 miliardi di valore aggiunto nel 2024, pari al 5,7% del Pil totale, con un aumento di 156mila addetti su base annua, pari a un 5% in più, che ha permesso di raggiungere i 3,3 milioni di occupati in totale. Cifra superiore persino ai livelli precedenti la crisi del 2008″.
La leader Cisl ha poi evidenziato che “i prossimi mesi saranno cruciali, visto che nel 2026 arriveranno a termine gli investimenti legati al Pnrr. Dobbiamo assolutamente scongiurare il calo degli investimenti ed il blocco dei cantieri. Un passaggio che dobbiamo riuscire a governare insieme, con interventi concertati e organici. Serve, su questo come su tutte le altre questioni che riguardano la vita e il futuro del Paese, il “Patto della responsabilità” che abbiamo chiesto con forza al nostro Congresso”.
Giampiero Guadagni
