L'accordo non è ancora nero su bianco. Ma chi sta trattando lo dà per fatto. Le banche e le assicurazioni sono disponibili a dare un ulteriore «contributo» alla manovra, ma evitando un nuovo aumento dell'Irap. Tocca ora al governo modulare la nuova "formula". Sbloccando così la partita cruciale da cui dipende il grosso delle coperture extra cui si guarda per le possibili modifiche alla legge di bilancio. L'ulteriore aumento di 0,5 punti dell'Irap (oltre ai 2 già previsti in manovra) prospettato nell'incontro della scorsa settimana aveva sollevato non pochi malumori, soprattutto tra gli istituti di credito, che lo considerano troppo oneroso.
I contatti con l'esecutivo sono dunque proseguiti e alla fine, scartata anche l'ipotesi delle ultime ore di un possibile ricorso alle Dta (imposte differite attive), il punto di caduta sarebbe stato trovato: una ulteriore riduzione delle deducibilità delle perdite pregresse, inasprendo così la norma già inserita in manovra. Nel mirino, tuttavia, ci sarebbe anche l'articolo 20 sull'affrancamento delle riserve. Ma c'è chi a livello politico, più cauto, non scommette sulla totale cancellazione dell'ulteriore aumento dell'Irap.
Nulla per ora ancora di ufficiale, ma qualcosa di più certo potrebbe forse trapelare dal comitato di presidenza dell'Abi convocato nelle prossime 24 ore. Nella riunione si discuterà delle nuove modifiche che rispettano la linea di principio tracciata nei giorni scorsi. Vicina ad una soluzione sarebbe pure la trattativa con le assicurazioni, settore impattato anche dall'emendamento che aumenta dal 2,5 al 12,5% l'aliquota sulla polizza Rc auto per infortunio del conducente. Che una schiarita fosse nell'aria l'aveva fatto intendere il vicepremier e leader di FI Antonio Tajani, che in mattinata spiegava: "Non è che hanno vinto le banche. È stato raggiunto un accordo e quando si raggiunge un accordo non è che vince qualcuno: vince il buonsenso". Le risorse aggiuntive in arrivo dalle banche, che dovrebbero aggirarsi intorno ai 200 milioni l'anno (600 per il triennio), sarebbero la parte più consistente del miliardo di coperture di cui il governo è a caccia per apportare i correttivi su cui insistono le forze politiche. Domani intanto dovrebbe essere chiuso il fascicolo dei testi segnalati, dopo l'iter delle inammissibilità e riformulazioni.
Si attende la possibile revisione dell'emendamento di FdI che chiede che "le riserve auree gestite dalla Banca d'Italia appartengano allo Stato, in nome del popolo italiano". L'estensore del testo, il capogruppo di FdI al Senato Lucio Malan, spiega che il testo "È in istruttoria". Ma non "è chiaro alla Bce quale sia la concreta finalità della proposta di disposizione. Per questo motivo, e in assenza di spiegazioni in merito alla finalità della proposta di disposizione, le Autorità italiane sono invitate a riconsiderare la proposta di disposizione, anche al fine di preservare l'esercizio indipendente dei compiti fondamentali connessi al Sebc della Banca d'Italia ai sensi del Trattato, ha affermato la Bce in un parere inviato al Mef nella serata di ieri. sull'emendamento alla manovra presentato da FdI sulle riserve auree di Bankitalia. Il parere, anticipato dal Corriere della Sera, è pubblicato sul sito della Banca centrale europea.
Tra i temi che potrebbero essere corretti - molti con una convergenza anche bipartisan - ci sono gli affitti brevi (si punta a ridurre l'aliquota al 21% per le prime case, abbassando da 5 a 3 immobili la soglia da cui si è considerati impresa), i dividendi (si va verso una riduzione della soglia dal 10% al 5% con un periodo di possesso minimo di 2 anni), la stretta sulle compensazioni dei crediti fiscali e l'iper ammortamento. Per gli azzurri la priorità assoluta è togliere l'aumento dell'Irap alle imprese. Mentre la Lega, che non cita più la rottamazione, spera che si trovino coperture per il Piano casa, al momento accantonato. Fa intanto discutere la decisione della maggioranza di ridurre il tesoretto per le modifiche parlamentari: i 300 milioni in tre anni previsti - è la comunicazione che viene fatta alle opposizioni - vengono ridotti a 200 solo per il 2026 e 2027, spariscono quindi i 100 milioni per il 2028.
Rodolfo Ricci
