Buone e cattive notizie per l’Italia nel segno della transizione energetica e ambientale. Ad affermarlo è il terzo rapporto di Circonomia presentato nell’ambito del Festival dell'economia circolare e della transizione ecologica ad Alba e promosso in collaborazione con Legambiente, Kyoto Club, Fondazione Symbola. Un rapporto che evidenzia uno stallo che si sostanzia nei numeri della transizione energetica verso la decarbonizzazione. Per tornare al tenore delle notizie, il rapporto sostiene che ”la buona notizia è che l'Italia rappresenta un'eccellenza a livello europeo per quanto a circolarità ed efficienza d'uso delle risorse. Quella cattiva è che negli ultimi anni il processo di transizione ecologica del Paese sembra essersi inceppato”. Secondo i ricercatori, ”l'Italia è primatista europea in economia circolare, consumiamo meno materia e ricicliamo di più rispetto al resto d'Europa. Ma da anni perdiamo colpi, gli altri corrono più veloci di noi”. È invece ”buio pesto nella transizione energetica, ferma da un decennio: non crescono le rinnovabili, boicottate dalla burocrazia e da qualche sedicente ecologista, stallo anche nell'efficienza energetica”. Il Rapporto di Circonomia mette a confronto le performance italiane con quelle di tutti gli altri Paesi europei e mostra che ”le buone performance italiane nell'economia circolare sono decisamente contraddette da un dato negativo: negli ultimi anni la transizione ecologica dell'Italia ha segnato il passo”. Il rapporto mostra il Paese ”in grande affanno anche nei ritmi di penetrazione della mobilità elettrica”: tredicesimo nell'Ue (compreso il Regno Unito) per immatricolazioni di auto elettriche. Nello specifico, come si legge sul blog di Linkedin Notizie che riporta i dati della ricerca, ”l'Italia conferma anche quest'anno la sua leadership tra i 27 Paesi dell'Ue nell'indice di circolarità costruito su 17 diversi indicatori. Non solo è prima per consumo interno di materia pro-capite e percentuale di riciclo sul totale dei rifiuti, ma si presenta più avanti degli altri grandi Paesi europei anche se si guarda al consumo di energia e materia in rapporto al Pil”. Inoltre, ”dal 2015 ad oggi, lo sviluppo di nuove energie rinnovabili si è di fatto inceppato. La nuova potenza elettrica rinnovabile installata in Italia tra il 2016 e il 2020 è stata pari a circa un terzo della media pro-capite europea, nel periodo 2015-2019 (escludendo il 2020, condizionato dall'emergenza Covid) la quota di rinnovabili nella produzione elettrica italiana è cresciuta solo di 0,7 punti, a fronte dei 2,1 della media Ue”. Inoltre, va considerato che, quanto a produttività energetica, l’Italia è il quarto paese col vantaggio percentuale rispetto alla media europea; è tredicesima per immatricolazioni di auto elettriche e conta 50 punti pubblici di ricarica elettrica su 100 mila abitanti contro una media della Ue di 73.
An. Ben.