Lunedì 23 giugno 2025, ore 1:18

Infrastrutture

La diga di Genova finalmente prende il via

Finalmente al via la Diga di Genova, opera nazionale, simbolo di lavoro e progresso. “È stato firmato il contratto per la costruzione della nuova Diga di Genova”, ha ufficialmente annunciato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, sottolineando come “viene così scongiurata ogni ipotesi di blocco di un cantiere fondamentale e possiamo finalmente dire: che il futuro abbia inizio”. Parole giustificate dal travagliato iter della struttura. A firmare materialmente il contratto il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini, con il raggruppamento di imprese guidato da WeBuild e Fincantieri. Il percorso ad ostacoli che ha contrassegnato la marcia di avvicinamento a questa firma era iniziato con la prima gara andata deserta, causa gli extracosti delle materie prime per la guerra in Ucraina e quanto derivato per l’economia globale. A seguire c’è stata la negoziazione privata con le due cordate che avevano manifestato interesse: Webuild-Fincantieri-Fincosit e Sidra e Acciona-Gavio-Caltagirone. Tutto però azzerato per presunta incompatibilità di uno dei componenti del collegio che doveva valutare le offerte. Alla scelta del vincitore ha fatto seguito il ricorso al Tar del secondo consorzio, Eteria. Richiesta di sospensiva rigettata però dalla Camera di consiglio del Tribunale amministrativo. Infine la firma per avviare la realizzazione. Un ultimo e ulteriore ostacolo potrebbe essere dicembre 2024, entro cui si possono usare i finanziamenti del Pnrr. E c’è attesa per il 27 gennaio prossimo quando il Tar, in seduta pubblica, dovrà pronunciarsi sul giudizio di merito circa il ricorso che però potrebbe chiudersi, in caso di ragione al ricorrente, con un risarcimento. In tutto ciò Cisl ha idee chiare e parlano con una sola voce i segretari generali della Filca Cisl nazionale, Enzo Pelle (nato a Genova), e della Filca Liguria, Andrea Tafaria, che sottolineano come questa sia un’occasione da non perdere, usando adeguate modalità sociali e tecniche e in una nota congiunta chiedono “subito un incontro con il Consorzio, perché serve strategia comune per formare le figure professionali che mancano e sono invece fondamentali per la realizzazione dell’opera”. “Insieme alla Scuola Edile di Genova - affermano Pelle e Tafaria - si può avviare un cammino proficuo, e chiediamo che anche la Regione e il Comune intervengano per aiutarci in questi corsi di formazione. Parliamo di opera strategica, una delle opere pubbliche più imponenti del Paese, fondamentale non solo per la città, ma per il sistema logistico di tutto il Paese. Potenziare il porto di Genova, infatti, vuol dire investire su una delle porte del Mediterraneo per l’Europa. Per realizzare la Diga è stato stanziato un investimento di un miliardo di euro, con una stima di oltre mille lavoratori per ognuno dei 5 anni necessari per realizzarla”. Situazione per cui rilevano come sia “indispensabile lavorare tutti insieme per garantire un’occupazione di qualità ai tanti lavoratori edili che saranno impegnati in quest’opera: bisogna dare un’opportunità agli edili attualmente senza occupazione ma anche provvedere alla riqualificazione di maestranze impegnate in altre grandi opere, come il Nodo Ferroviario di Genova e il Terzo Valico, e di quelli che operano nei cantieri dei lavori legati al bonus 110”. “Lavoro di qualità a partire dalla sicurezza”, è la linea guida per realizzare l’opera secondo i segretari generali nazionale e ligure, che ricordano come vada “in questa direzione l’accordo firmato con l’ex ministro dell’Interno Lamorgese, sul quale monitoreremo per garantirne il rispetto e l’applicazione in tutti i cantieri”. Analogo il parere di Toti: “La realizzazione di quest’opera dev’essere un obiettivo strategico non solo per Genova e la Liguria ma per il Paese intero”, mentre il sindaco Bucci parla di “opera fondamentale per l’Italia e di straordinario respiro per la Liguria, Genova e il suo porto”. “La più grande opera marittima del Paese”, la definisce il vice ministro al Mit (genovese) Edoardo Rixi.
Dino Frambati
 

( 2 dicembre 2022 )

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