Rottamazione ma non per tutti e sterilizzazione selettiva per l'aumento dell'età pensionabile oltre al prolungamento del bonus al 50% sulle prime case e alla conferma del contributo da parte delle banche "concertato" e senza intenti "punitivi". Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha delineato, parlando in audizione sul Dpfp alcuni punti fermi della manovra. Una legge di bilancio sulla quale la maggioranza accelera anche dopo il vertice a palazzo Chigi con i leader e la premier che ha espresso la volontà che i pilastri del provvedimento siano il sostegno al potere d'acquisto e la sanità. Sulla quale, ha detto il ministro Giorgetti, la volontà è "integrare il già cospicuo aumento" dei fondi.
Il ministro ribadisce la linea prudente del governo ma lancia anche qualche segnale di ottimismo sul fronte della crescita: "Nella seconda metà dell'anno il Pil è in accelerazione e anche se la stima per il 2025 è prudenziale (0,5%), continuo a pensare che quest'anno avremo, e magari ce lo diranno tra qualche anno, un Pil in crescita dello 0,6-0,7%". delle risorse. Entrando nello specifico delle misure il ministro ha annunciato di voler prorogare il bonus ristrutturazioni al 50% sulle prime case mentre per gli incentivi all'industria si studiano forme automatiche, non potendo usare Industria 4.0. Infine il nodo difesa: di fronte alle richieste dei parlamentari di opposizione Giorgetti puntualizza che tutto è rimandato a dopo la fine della procedura di infrazione: "Non possono chiederci di aumentare le tasse o tagliare la sanità" per questo. La manovra, dunque, prende forma e potrebbe essere pronta entro il 15 ottobre. Con qualche giorno d'anticipo rispetto alla scadenza del 20 ottobre, il disegno di legge di bilancio dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo consiglio dei ministri insieme al Documento programmatico di bilancio (Dpb) da inviare a Bruxelles.
Potrebbe essere messo sul tavolo del Cdm anche il decreto fiscale che spesso accompagna la manovra. Una riunione è al momento prevista per il 13, ma in attesa della convocazione ufficiale la data è ancora ballerina. C'è da definire se il taglio di due punti della seconda aliquota Irpef, dal 35% al 33%, per dare ossigeno al ceto medio si limiterà allo scaglione 28mila-50mila euro, come ha lasciato intuire anche la premier, o se alla fine si estenderà fino a 60mila come chiede Forza Italia. Su un punto tutti sono d'accordo, anche questa manovra - le cui coperture arriveranno anche dai tagli ai ministeri - dovrà favorire famiglie e natalità: quindi si lavora sulle detrazioni fiscali col quoziente familiare e a confermare il congedo parentale facoltativo all'80%.
Dalle opposizioni invece arriva l'appello del leader M5s Giuseppe Conte a condividere con la maggioranza 4 "misure straordinarie" da inserire in manovra: maxi taglio delle tasse, aumento consistente dell'assegno unico per i figli, risorse vere per la sanità e il ripristino di transizione 4.0 per le imprese. Intanto arriva il monito di Bankitalia. "Gli interventi di copertura dovranno essere certi", avverte il capo del Dipartimento Economia e Statistica Andrea Brandolini, che invita anche a contenere le misure spot: hanno "effetti transitori" sulla domanda, aumentano il debito e risultano "spesso difficili da rimuovere".
Per la manovra "auspichiamo che ci sia un'attenzione particolare per le famiglie, per le donne, le donne madri, lavoratrici, perché noi abbiamo necessità di tenere nel mercato del lavoro le donne, soprattutto le donne che devono conciliare", ha chiesto la segretaria generale Cisl, Daniela Fumarola, rispondendo sulla convocazione del governo per l'incontro con i sindacati sulla manovra. La segretaria Cisl ha evidenziato alcune priorità del sindacato nell'interlocuzione con il governo, ribadendo la richiesta di attenzione al ceto medio, una riduzione dell'aliquota dell'Irpef dal 35 al 32%, fino a 60 mila euro.
"Non ci siamo distaccati da Cgil e Uil per il gusto di farlo, lo abbiamo fatto perché quello che ci separa dalle altre sigle sindacali sono il metodo e il merito: proprio in virtù della manovra di bilancio noi non abbiamo mai proclamato scioperi in anticipo".
Il quadro programmatico del Dpfp ottiene intanto la validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, anche se le stime - è l'avvertimento - restano esposte a "molteplici rischi" orientati al ribasso.
Rodolfo Ricci