Il presidente della Repubblica (che nel pomeriggio di ieri si è recato Marcinelle ”simbolo della dignità del lavoro”, dove l’8 agosto 1956 persero la vita in miniera 262 persone, 136 delle quali italiane) invita ad una ”alleanza per interrompere la sequela quotidiana di incidenti e decessi sul lavoro” Una alleanza ”capace di superare le differenze per perseguire obiettivi condivisi”. L'urgenza di intervenire richiede infatti ”l'impegno congiunto di istituzioni, imprese, lavoratori, e parti sociali. Non sono ammesse scorciatoie”.
Le parole del Presidente della Repubblica sono particolarmente apprezzate dai sindacati. Commenta la segretaria generale della Cisl Fumarola: ”Il richiamo al valore di un'alleanza tra istituzioni, mondo del lavoro e sistema delle imprese è la strada che la Cisl indica da tempo: solo un impegno comune può promuovere e rafforzare cultura della sicurezza, rendere certe le pene, consolidare formazione e prevenzione, garantire il rispetto per la vita, la salute e il benessere lavorativo di ogni persona. Costruiamo in modo partecipato le fondamenta di una nuova strategia nazionale che sorregga un nuovo patto per il lavoro, la coesione e lo sviluppo nazionale”. Nel suo intervento alla Camera il segretario confederale Cisl Pirulli ha ribadito che ” la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro non possono essere affidate alla sola repressione, ma devono diventare il risultato di un impegno comune, fondato sulla prevenzione, sulla formazione e sul rispetto delle regole. Occorre costruire percorsi partecipati e condivisi, come quello che ha portato alla patente a crediti, e rafforzare la formazione lungo tutto l’arco della vita, a partire dalle scuole, come da tempo richiesto anche dall’Europa. I dati dei controlli, che segnalano un’elevata percentuale di irregolarità, dimostrano quanto sia urgente consolidare una vera cultura della sicurezza”.
Anche per il ministro del Lavoro Calderone ”oggi c'è bisogno di sinergia e di concertazione su un tema importante che non deve essere divisivo come il bisogno di salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro. Ci vuole una chiamata collettiva alla responsabilità di quei soggetti, persone e istituzioni che hanno un compito specifico o nella loro missione il tema della salute e della sicurezza sul lavoro”. Il mondo del lavoro ha bisogno di sinergia anche ”nei corpi ispettivi per rendere il lavoro più sicuro, più regolare”. Il lavoro regolare, osserva Calderone, ”porta con se il lavoro sicuro. Il lavoro irregolare non porta attenzione alla sicurezza. Quando si parla di contrasto al lavoro nero si parla di reati pesanti che sono contro la persona e in tanti casi contro la vita umana”. Calderone ha ricordato la vicenda del bracciante indiano morto dopo essere stato lasciato davanti casa dal suo datore di lavoro. ”Abbiamo saputo solo quando il datore di lavoro, non si può chiamare così perché era uno sfruttatore, ha proseguito, l'ha abbandonato davanti alla porta di casa probabilmente causandone la morte, Di quel ragazzo abbiamo saputo solo in quel momento. Era un invisibile, non era regolarmente soggiornante, ma in quegli anni in cui è rimasto invisibile è rimasto onesto. Quell'evento ci ha portato a fare ulteriori riflessioni, sulla modalità di usare la vigilanza per arrivare prima e non dopo”. Ora, aggiunge il ministro del Lavoro, ”"garantiamo l'assegno di inclusione a chi collabora, affinché questi sfruttatori siano assicurati alla giustizia. Inoltre usiamo le banche dati per individuare le aziende a rischio. Un uso intelligente della banche dati salva le vite umane. Abbiamo assunto più ispettori del lavoro, più carabinieri e spero di assumerne altri. Lo Stato deve farsi garante di diritti e deve ascoltare”.
Giampiero Guadagni
