"Il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero Piano presentato dalla presidente della Commissione Ue von der Leyen si basa quasi completamente del debito nazionale degli Stati”. Così la premier Meloni a proposito del ReArm Europe, intervenendo in Aula della Camera in vista del Consiglio europeo in programma oggi e domani. Aggiunge Meloni: ”È la ragione per cui stiamo facendo altre proposte, perché ci aiuta scomputare le spese, però dall'altra parte una priorità deve essere favorire gli investimenti privati su questa materia. Con il Ministro Giorgetti abbiamo elaborato una proposta che ricalca l'Invest Eu, con garanzie europee per investimenti privati e cerchiamo di rendere questo piano maggiormente sostenibile. Ma la posizione mi pare chiara”.
Così la premier Meloni ha parlato del ReArm Europe intervenendo in Aula della Camera in vista del Consiglio europeo in programma oggi e domani. Con una forte critica rivolta soprattutto ai banchi del M5S: ”Dall'opposizione siete antimilitaristi, ma quando siete stati al Governo vi siete comportati diversamente approvando il più alto aumento delle spese della difesa rispetto al Pil”.
Meloni definisce poi ”un primissimo spiraglio” per la guerra in Ucraina la lunga conversazione telefonica tra Trump e Putin. E rispetto alla domanda delle opposizioni: il Governo sta con l'Europa o con gli Stati Uniti?, la risposta è: ”Non seguo pedissequamente né l'Europa né gli Usa, io sto con l'Italia. L'Italia è in Europa, ma sono anche per la compattezza dell'Occidente, che serve all'Italia e all'Europa”.
Meloni rigira la domanda alla segretaria del Pd Schlein: ”Quando dice che Trump non sarà mai niente di simile a un alleato che vuol dire che dobbiamo uscire dalla Nato, dal G7 che non dobbiamo avere rapporti bilaterali? Io penso che i paesi alleati non cambino in base a chi vince le elezioni”.
Più in generale la presidente del Consiglio chiede al Pd qual è l’idea di Europa a cui si fa riferimento. E qui i toni in Aula diventano accesissimi. Dice Meloni: ”Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest'aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l'abbiano mai letto, perché l'alternativa sarebbe spaventosa”. Meloni a questo punto cita alcuni passaggi tratti dal testo scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, uno dei documenti fondanti dell’Ue. Passaggi sulla rivoluzione socialista, sulla proprietà privata e sulla ”metodologia politica democratica” ”che sarà un peso morto nella crisi rivoluzionaria”.
Durissima la reazione delle opposizioni. Aula sospesa due volte. Osserva la segretari del Partito democratico Schlein: ”Giorgia Meloni non solo non ha il coraggio di difendere i valori su cui l'Unione europea è fondata dagli attacchi di Trump e di Musk, ma ha deciso in Aula di nascondere le divisioni del suo Governo oltraggiando la memoria europea. Noi non accettiamo tentativi di riscrivere la storia”.
In precedenza l’ex ministro della Difesa Guerini aveva sottolineato: ”La presidente del Consiglio ha fatto un’operazione politica su un testo sacro per mettere la museruola alla Lega e distrarre l’attenzione dall’altolà che Salvini le aveva appena dato, ovvero che Meloni non ha nessun mandato per approvare il RearmEu”.
Per il M5S ”alle gravissime parole della presidente Meloni, un oltraggio alla nostra democrazia, la risposta migliore è stata data dal presidente Mattarella, quando direttamente a Ventotene disse che era il fascismo ad aver mandato qui diverse persone per costringerle a non pensare o quantomeno per evitare che seminassero pericolose idee di libertà”.
Giampiero Guadagni