Dopo la firma del protocollo nazionale sull’emergenza caldo, le misure e le intese per la sicurezza sul lavoro in questa estate rovente - che purtroppo non ha ormai niente di straordinario - si spostano anche a livello locale e di categoria. I sindacati continuano, per altro, a vigilare affinché i protocolli vengano rispettati, cosa che non sempre avviene.
Dopo il protocollo nazionale come detto, ne arrivano altri. Ieri, nel comparto delle infrastrutture, sindacati edili e Amplia, società del gruppo Aspi, hanno siglato un’intesa per contenere e disciplinare il rischio da calore intenso e per favorire una cultura della prevenzione e protezione.
“Si tratta di un protocollo davvero importante - spiegano Feneal Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil - perché recepisce i dettati normativi e le migliori prassi per il contrasto di questa tipologia di rischio e prevede che se le misure alternative che comportano una rimodulazione del lavoro non coprano per intero la giornata lavorativa, l'azienda si faccia carico della paga mancante, garantendo così il 100% del salario ai lavoratori”. L'auspicio dei sindacati è, ora, quello che misure simili possano essere introdotte anche in altre importanti realtà aziendali.
L'accordo si applica ai 1.900 addetti della società Amplia. Per Feneal, Filca, Fillea “si tratta di un protocollo assolutamente necessario in questo momento, soprattutto in un settore come il nostro, particolarmente esposto alle alte temperature e con esigenze specifiche, e dove da anni chiediamo di intervenire in maniera strutturale”.
Tra gli elementi positivi, sottolineati dalle sigle di categoria, ci sono il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali nei processi decisionali e di valutazione, “per gestire al meglio il lavoro e prevenire gli incidenti, puntando su una formazione adeguata che riconosca e prevenga il rischio”, e il riferimento alla piattaforma Worklimate (Inail-Cnr).
L'azienda, secondo quanto previsto dal protocollo, promuoverà una formazione specifica dei rappresentanti per la sicurezza sia dell'azienda che dei lavoratori, e nominerà un responsabile e un sostituto che monitoreranno quotidianamente le condizioni meteo.
“Un altro punto importante - evidenziano ancora i sindacati - è la riorganizzazione dei turni di lavoro per eliminare o ridurre l'esposizione diretta dei lavoratori alle alte temperature. Prevista anche la presenza di un medico competente, misure di protezione e prevenzione come la messa a disposizione di DPI adeguati, abbigliamento estivo, creme solari e occhiali da lavoro, acqua e sali minerali, con la realizzazione di zone d'ombra e sicure nelle vicinanze dei luoghi di lavoro”. Il protocollo avrà efficacia fino al 31 agosto, salvo ulteriori proroghe a fronte della persistenza dell'allerta caldo e nuovi aggiornamenti normativi.
Le intese sull’emergenza caldo, come detto, si stanno diffondendo in tutto il Paese e in diverse categorie e aziende. Ciò, tuttavia, non significa che non ci siano situazioni in cui non vengono rispettate. È il caso del Comune di Bologna che, nell’ambito dei lavori per la realizzazione di una nuova linea tranviaria, ha imposto un'accelerazione che adesso si scontra con l'emergenza caldo e con lo stop ai cantieri fra le 12,30 e le 16. I lavori, finanziati dal Pnrr, vanno conclusi entro giugno 2026. Ma i sindacati pretendono il rispetto delle nuove regole sulla sicurezza. “Non accettiamo alcuna deroga all'ordinanza regionale sul caldo - attacca la Cisl Bologna -. L'accordo firmato al ministero del Lavoro va rispettato e attuato, non svuotato nei territori per meri interessi di avanzamento lavori”. Il segretario regionale della Filca Cisl Mauro Venulejo e quello bolognese Nando Paragliola, si dicono disponibili al confronto sul tema ma avvertono che non ci saranno concessioni sui diritti. “Vogliamo che l'opera venga realizzata nei tempi previsti - aggiungono i due sindacalisti - ma ciò non può avvenire sacrificando il diritto alla salute, al riposo e alla sicurezza. Ci risultano casi di lavoratori impiegati anche la domenica, con turni e condizioni che potrebbero non rispettare quanto previsto dalla normativa vigente. La sicurezza nei cantieri non è uno slogan, ma un diritto fondamentale. E come tale non è negoziabile, né a Bologna né altrove”.
Ilaria Storti