Lunedì 16 settembre 2024, ore 7:21

Mostre

I linguaggi e le culture della tessitura

di MARIA LUCIA SARACENI

La tessitura è un'arte di antica origine dove materia, perizia manuale, creatività, pensiero e lavoro mentale si intrecciano nell'or ditura delle trame. La mostra 'Tessere è umano. Isabella Ducrot e le collezioni tessili del Museo delle Civiltà', che sarà aperta dal primo agosto al 16 febbraio 2025 presso il Palazzo delle Arti eTradizioni Popolari a Roma racconta, in un dialogo senza precedenti, i linguaggi e le culture della tessitura.

L'esposizione presenta una selezione di opere tessili dalle collezioni storiche del museo (alcune raramente o mai esposte prima) e le opere deN'arti sta Isabella Ducrot (Napoli, 1931), che nel tessuto ritrova la sua ispirazione ed essenza umanista.

L'artista, che da molti anni vive e lavora a Roma, è stata invitata dal Museo delle Civiltà a esplorare, insieme alle curatrici e ai curatori dell'istitu zione, il patrimonio di abiti, accessori, stoffe cerimoniali o di uso quotidiano custoditi nelle vetrine e nei depositi.

Dall'archeologia preistorica alle arti e tradizioni popolari italiane e ai sistemi di pensiero, simbologie, narrazioni e rituali di culture africane, americane, asiatiche e oceaniane, le collezioni tessili sono tra le più affascinanti e al contempo fragili del Museo delle Civiltà, e per questo sono anche le più raramente esponibili.

Per Isabella Ducrot il tessuto è un palinsesto in cui si deposita la storia umana con le sue innumerevoli storie personali, la traccia materiale di culture immateriali, un viaggiatore solo 'apparentemente muto' da una cultura a un'al tra, un tramite in cui si rinuncia all'unicità per far prevalere l'intelligenza e la sensibilità delle comunità di appartenenza, per creare un contatto con gli altri e sperare in quello con il divino.

Lo sguardo deN'artista, che da decenni si confronta con le cuiture tessili di tutto il mondo (interesse sviluppato grazie a ripetuti viaggi specialmente in Asia), è stato per il museo un'occasione di farsi osservare dall'esterno e scoprire innumerevoli punti di connessione tra il patrimonio che custodisce e la pratica di un'ar tista per cui il tessuto non è solo un materiale quotidiano ma un millenario strumento di espressione e comunicazione fra le epoche, i territori, le culture.

La mostra è contestualizzata da un'articolata e ampia selezione di indumenti e manufatti, o anche solo semplici lembi di stoffa che testimoniano come un tessuto, ancor prima di un elemento funzionale o decorativo, sia una rigorosa struttura fisica che si manifesta come una vera e propria forma di linguaggio, a cui gli esseri umani hanno affidato il racconto (religioso e civile, individuale e collettivo) delle loro culture.

I tessuti in mostra, provenienti da tutte le collezioni del Museo delle Civiltà, raccontano non soltanto la progressiva formazione della sua collezione enciclopedica, ma documentano anche i rapporti istituzionali intrattenuti dal museo con le diverse culture che ne sono l'oggetto di studio.

Questa sezione della mostra si configura, dunque, come il possibile diario di un viaggio nello spazio e nel tempo e un'auto-analis i della storia del museo, intrecciati nella struttura, fra trame e orditi, delle sue collezioni tessili.

Nel percorso di mostra sono esposti alcuni tessuti estremamente frammentari dalle collezioni preistoriche risalenti all'Età del Bronzo e provenienti dagli scavi ottocenteschi del lago di Bienne in Svizzera; insieme a tessuti realizzati in Etiopia e Congo alla fine del XIX e all'inizio del XX secolo dalle collezioni di Arti e Culture Africane; stoffe delle collezioni di Arti e Culture Americane, dall'epoca precolombiana al XX secolo, e esempi di tapa polinesiane, particolare tipo di tessuto realizzato con strisce di corteccia d'albero, dalle Collezioni di Arti e Culture Oceaniane, che documentano nel loro insieme materiali, stili e tecniche elaborati nel corso dei millenni dai popoli nativi per rispondere a esigenze sociali, economiche, spirituali.

Particolarmente rappresentate in mostra le opere tessili dalle collezioni di Arti e Culture Asiatiche, dai manufatti himalayani a un sontuoso tessuto cinese in raso di seta con decorazione di draghi databile alla dinastia Qing (1644-1911) e, infine, abiti da lavoro e festivi e indumenti di uso quotidiano provenienti dalle Collezioni di Arti eTradizioni Popolari, per la maggior parte realizzati tra la fine del XIX e il XX secolo e mostrati per la prima volta nell'Esposizione Internazionale tenutasi a Roma nel 1911.

Radunando dalle collezioni tessili del Museo delle Civiltà opere africane, americane, asiatiche, europee e oceaniane (lavori preziosi e complessi o semplici e umili, antichissimi o moderni, integri o ridotti in brandelli) così come affiancando opere di altri autori e altre autrici alle proprie, questa mostra e l'artista ci invitano a un ulteriore viaggio nel tempo e nello spazio.

Questo viaggio tra epoche e geografie, culture e nature, storie di persone e storie di collezioni e di musei rappresenta dunque uno sconfinato, ancestrale tessuto connettivo in cui è possibile affermare che, per citare il passaggio di una poesia di Patrizia Cavalli dedicata alle opere tessili di Ducrot che ispira il titolo alla mostra, 'tes sere è umano'.

( 29 luglio 2024 )

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