Lunedì 22 settembre 2025, ore 23:05

Mostre

L’universo di Gauguin

di MARIA LUCIA SARACENI

Torna nella Capitale una mostra interamente dedicata all’artista francese Paul Gauguin. Dal 6 settembre e fino al 25 gennaio 2026 le sale del Museo Storico Nazionale d’Artiglieria dell’Esercito Italiano accolgono l’esposizione “Gau guin. Il diario di Noa Noa e altre avventure”, prodotta da Navigare srl per una iniziativa del Ministero della Difesa - Difesa Servizi S.p.A. Il progetto si inserisce nel ciclo di appuntamenti dedicati ai grandi protagonisti della storia dell’arte.

L’esposizione, che si compone di 165 opere, tutte provenienti da collezioni private italiane, francesi e belghe, e da alcune collezioni museali francesi e italiane, presenta oltre 100 tra xilografie, disegni e litografie realizzate da Gauguin, insieme a due opere a lui attribuite: l’olio su tela Femme de Tahiti (1891) e l’acquerello Paysage Tahitien. A rappresentare il nucleo centrale dell’esposi zione sono le 23 xilografie del “Diario di Noa Noa” (1893-94), scritto dall’arti sta durante il suo primo soggiorno nella Polinesia francese e arricchito da sue illustrazioni realizzate con l’an tica tecnica dell’incisione su legno, stampate dall’ amico dell’artista Daniel de Monfreid.

Nel diario vengono raccontati la vita nelle isole polinesiane, i miti e le credenze ancestrali, il simbolismo e la spiritualità. La sua ammirazione per questa cultura polinesiana lo ha portato a riflettere sull’esistenza umana, influenzando la sua produzione che, negli anni, si arricchisce di colori vivaci e non convenzionali, di proporzioni arbitrarie, di simboli profondi e forza espressiva.

I paradisi esotici che ha rappresentato hanno in realtà poco di idilliaco: sotto i gialli intensi, i blu brillanti e le sfumature accese, si nasconde un esercito di demoni che lo hanno tormentato per tutta la vita, spingendolo ad una continua fuga. Il padre era morto improvvisamente mentre la famiglia si stava trasferendo in Perù: a Lima il piccolo Paul trascorse la prima infanzia; poi il suo ritorno a Parigi. I ricordi di questi luoghi lontani e delle vicende famigliari influenzarono le scelte di vita e la produzione artistica di Paul Gauguin. E così un giovane uomo d’affari della seconda metà dell’Otto cento, intraprendente, benestante, con moglie e cinque figli, scelse di mettersi in viaggio per mare e dopo tante peregrinazioni finì i suoi giorni in una delle isole più sperdute del Pacifico, Hiva Oa. Affascinato dalla primordialità dei luoghi esotici, che agli occhi della Francia del tempo rappresentava sensazioni di fascino e anche di turbamento, l’outsider Gauguin visse la cultura polinesiana con passione, abitandola negli ultimi dieci anni della sua vita e restituendone, sotto forma di arte, numerose suggestioni. Nacquero, così, anche le 16 litografie a colori della serie Ancien Culte Mahorie (1892), e le due sculture datate 1893: Vase aux dieux tahitiens, in mostra con la copia in terracotta, e l’altra, Idole à la coquille, presente a Roma con un esemplare in bronzo e conchiglia in madreperla. A queste si aggiunge la pregiata Maschera di donna tahitiana “Tehura”, in bronzo patinato, proveniente dal Musée Despiau-Wlérick in Francia, e il carnet di 38 disegni, con bozzetti raffiguranti studi su ritratti, dettagli del corpo umano e del mondo animale.

Tra i pezzi di maggiore interesse in mostra, oltre alle particolari sculture realizzate da Gauguin, un disegno a monotipo, intitolato “Studio di braccia, mani e piedi”, proveniente dalla storica cartella di disegni salvati dal rogo dei suoi averi, ordinato dalle autorità religiose dell’isola. Il racconto prosegue con una serie di stampe litografiche realizzate dall’artista per il libro Avant et Après, suo testamento spirituale: terminato due mesi prima di morire (1903) e pubblicato postumo: è una sorta di manifesto- diario con appunti e considerazioni sull’arte, sui rapporti di amicizia, e su altri argomenti cari all’artista. In mostra, inoltre, un piccolo gioiello rappresentato dal taccuino personale di Gauguin dove, tra schizzi e studi di personaggi e animali, vi è la contabilità dei dipinti venduti, scambiati o regalati e da cui si evince la complessa rete di rapporti e le amicizie tra Gauguin e altri artisti e personaggi del suo tempo, come Vincent Van Gogh o Émile Bernard.

Ad accompagnare il visitatore in quelle esotiche e vibranti suggestioni che colpirono la sensibilità di Gauguin, la rassegna prevede anche una sezione specifica sulla Polinesia, composta dalla mostra fotografica “Le Isole di Tahiti, l’anima primordiale”, realizzata da Tahiti Tourisme in collaborazione con Leica Camera Italia. La raccolta mira a diffondere le bellezze meno conosciute di alcuni affascinanti arcipelaghi della Polinesia francese, attraverso gli scatti dei fotografi e videomaker Luigi Chiurchi e Pietro Ienca, autori delle 14 immagini in mostra scattate durante un viaggio tra le isole della Società e le isole Marchesi, inserite lo scorso anno tra i patrimoni mondiali Unesco proprio per il loro valore naturalistico e culturale.

Su questi aspetti della vita di Gauguin si sofferma la selezione di oltre 40 opere realizzate da 12 artisti che con lui ebbero rapporti di amicizia o di collaborazione, come: l’amico-nemico Vincent van Gogh, del quale sono presenti 12 litografie a colori, Jean-François Millet, Adolphe Beaufrère e Louis Anquetin, e poi gli artisti del Gruppo Nabis di Pont-Aven, in Bretagna, altro luogo determinante per la vita di Gauguin: Maurice Denis, Émile Bernard, Paul Sérusier.

( 22 settembre 2025 )

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