«Da-da-um-pa / da-da-um-pa» cantavano insieme Alice ed Helen Kessler nel 1961, scosciando sullo sfondo del diorama di “Studio Uno”, il cui titolo aveva sostituito quello di “Giardino d’inverno”, che l’anno prima aveva inaugurato il ciclo dei varietà del sabato sera. Ora sembra di sentire quelle voci e quella musica echeggiare nel vuoto della loro abitazione di Grünwald, nei pressi di Monaco, dove sono state trovate morte a 89 anni, non si sa ancora bene per quali cause. Queste ultime, secondo la polizia, non contemplerebbero un’esecuzione per mano di terzi. Sulla “Bild Zeitung”, il quotidiano tedesco del gruppo editoriale Axel Springer, nota per essere una testata sensazionalistica ma affidabile per le notizie, si sostiene che le due mitiche soubrettea avrebbero chiesto il suicidio assistito. Al di là di ogni possibile verità giudiziaria, resta il loro duplice mito per i boomers italiani, le generazioni del dopoguerra che scoprirono con loro la bellezza iperestetica dell’Europa settentrionale ed in particolare tedesca. Per quanto castigata dalle calzamaglie nere imposte dalla RAI di Bernabei. Paradossalmente, del resto, quelle gambe fasciate risaltavano maggiormente sotto i tutù. Poi, col tempo, il pubblico iniziò ad apprezzarle come artiste polivalenti e tutt’altro che riducibili a sex symbols.
Alice e Helen Kessler rappresentavano anzi l’evoluzione delle performing arts. Da ballerine a intrattenitrici, da cantanti ad attrice. Protagoniste della cronaca rosa, che debordava dal piccolo schermo all’industria del gossip. Gli amori. Alice ebbe un lungo rapporto con Marcel Amont. Quindi un flirt con Enrico Maria Salerno maturato durante le prove del musical “Viola, violino e viola d’amore”, di Garinei e Giovannini. L’attore era già sposato con Fioretta Pierelli, dalla quale aveva avuto tre figli, ma al cuore non si comanda. Solo che anche la passione talvolta deve cedere alla realtà. Una famiglia non si può accantonare per una relazione d’impeto, e dopo quattro anni Salerno e la Kessler presero vie differenti. La strada comunque era ancora lunga per “Die Kessler-Zwillinge“, la loro denominazione in tedesco.
Helen si legò all’attore Umberto Orsini e sostenne di avere vissuto una notte “focosa” con Burt Lancaster. Tutte e due, poi, diventarono grandi amiche di Johnny Dorelli durante la lavorazione della serie giallo-rosa diretta da Luciano Emmer “K-2 + 1”, trasmessa dalla RAI nel 1972.
Mai un matrimonio, però, altrimenti «una delle due si sarebbe sentita ‘a metà‘», dichiararono.
La loro presa sul pubblico italiano non conobbe il viale del tramonto. Anche dopo il loro ritorno nella Germania sul punto di riunirsi, datato 1986. Le gemelle Kessler avevano attecchito da tempo nell’immaginario collettivo. “Studio Uno” superava i loro successi d’esordio al Palladium di Düsseldorf e al Lido di Parigi, dove si erano esibite con le Bluebell Girls di Margaret Kelly. Il loro accento sensuale cancellava la memoria della parlata marziale e minacciosa delle SS e della Wehrmacht che avevano percorso la penisola in una guerra ancora fresca nella memoria dell’Italia approdata al boom economico. D’altronde, Alice e Helen erano a loro volta fuggite dalla natia Nerchau, nella Sassonia, situata all’altra parte del muro, che divideva in due non solo la Germania bensì l’Europa. Cioè da un’altra dittatura.
Perciò in quell’eco di “Da-da-um-pa” persiste un’intera epoca di ricostruzione non solo dell’industria ma anche dei sogni.

