Lunedì 16 settembre 2024, ore 8:07

Libri

Un lungo epitaffio

di ISABELLA VILLI

Nell’agosto 2023 lo scrittore Erri De Luca decide di concedersi un mese di vacanza in montagna, nella speranza che venga l’ispirazione per un nuovo romanzo. Mai avrebbe potuto immaginare che il tema della sua nuova opera sarebbe stato l’amico Diego: la notizia della morte del compagno di scalate giunge improvvisa e devastante e, in tutta la sua tragicità, rappresenta un invito indeclinabile a scrivere di lui, del suo grande amore per la montagna (le Dolomiti su tutte), della sua passione per la lettura, della sua capacità di andare sempre oltre: oltre le parole, oltre la cima più alta, oltre ogni presumibile limite.

Questo è Discorso per un amico: un lungo epitaffio accorato e commovente per ricordare e raccontare chi era l’amico che ora non c’è più. Non un encomio, non un discorso celebrativo, non un’oc casione per riflettere sulla morte, ma al contrario sulla vita, quella trascorsa insieme, sulle pagine lette e su quelle ancora da scrivere, sulle montagne scalate insieme e quelle che da ora in poi non si scaleranno più: troppo doloroso tornare negli stessi posti e contemplare il vuoto che non si può colmare.

Destino ingrato ed ingiusto quello dello scalatore che muore in quota: da chi non pratica questo sport spesso tacciato di arroganza e di irresponsabilità, l’amico Erri ci tiene prima di tutto a riaccreditarne il nome: Diego Zanesco non è morto perché scalava slegato in solitaria; Diego non ha commesso nessun errore; è stato colto da un malore, un problema cardiaco che aveva già dato dei sintomi, che però non erano stati considerati ed indagati a dovere. Diego è una vittima innocente come tutte quelle che la montagna si porta via, senza che nessuno, purtroppo, possa farci nulla.

Le passioni sono così: forti, totalizzanti, folli, incomprensibili, da condividere solo con chi le prova allo stesso livello di apparente insensatezza.

E allora non si tratta né di colpa né di incoscienza: chi scala in solitaria sa perfettamente di avere dei limiti, come ogni essere umano, sa semplicemente fino a dove può e vuole spingersi. La percezione del rischio e del pericolo c’è ed è concreta: certo, per coloro che non capiscono e non condividono, risulta incomprensibile. Ho conosciuto appassionati di montagna, di scalate e di follie: ripetono spesso gli stessi percorsi, per tentare una nuova via, per migliorare il tempo, per godersi lo stesso panorama in stagioni diverse. Io so di non capire, perché non sono animata da questa passione: ne subisco però il fascino, nonostante la paura ha da sempre il sopravvento. E allora non capisco, ma comprendo, e forse un po’ invidio, chi è folgorato da questa voglia inarrestabile, incontenibile di andare in alto, oltre, fino a che si può.

Il libro è arricchito da foto e da frasi copiate dal diario della guida alpina Diego Zanesco, che spesso aveva l’abitudine di annotare le sue imprese in vetta. In copertina l’immagine di un raponzolo chiomoso, un fiore presente sulle Dolomiti che nasce e sopravvive perché attaccato strenuamente alla roccia, laddove non ci sono altre forme di vita: è questa la potenza della natura, che ci offre gratuitamente uno spettacolo che lascia senza fiato. Un libro sulla montagna e sull’amicizia, un’o pera che ci invita a riflettere su cosa conta davvero nella vita, perché all’im provviso la notte cala sui nostri progetti del giorno (p. 83) ed inesorabilmente diventa tardi per qualsiasi cosa.

Erri De Luca, Discorso per un amico, Feltrinelli Editore 2024, pp. 96, euro 14,00

( 5 agosto 2024 )

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