Martedì 3 giugno 2025, ore 6:52

Attualità

Decreto sicurezza, fiducia alla Camera tra le proteste

Il Governo tiene la barra dritta sul dl sicurezza, ponendo la questione  di fiducia alla Camera, dove l’esame del testo va avanti tra manifestazioni di protesta e dure critiche delle opposizioni. Opposizioni che contestano la legge sia nel merito che nel metodo. Nel metodo, in particolare, destano critiche le forzature sull'iter delle norme, prima contenute in un ddl e poi confluite nel decreto, e i tempi dell'esame in commissione. Ieri le opposizioni hanno dato  battaglia, attraverso lo strumento parlamentare degli ordini del giorno, per  allungare i tempi di approvazione finale del decreto. Decreto che, ricordiamo, deve passare al Senato per la seconda lettura. Fuori dal Parlamento, intanto, monta la protesta del mondo studentesco e associativo. In alcuni casi le proteste, come avvenuto lunedì, sono degenerate in scontri tra manifestanti e forze dell’ordine. Critiche al dl sono arrivate anche da 250 giuristi, che hanno denunciato i rischi derivanti da alcune misure che limitano gli spazi di dissenso e contengono diversi aspetti passibili in futuro di finire al vaglio della Corte costituzionali.
Nel decreto è stata trasferita grossa parte dei provvedimenti di un precedente disegno di legge governativo, già approvato dalla Camera e poi passato al Senato, ma sul quale si erano appuntati diversi rilievi del Quirinale.
In generale, il dl rappresenta un giro di vite su diversi fronti. Ci sono pene più severe per chi protesta pacificamente attuando un blocco stradale (le opposizioni la chiamano norma “anti-Ghandi”) o per chi manifesta contro un'opera pubblica (come i No Tav o le associazioni ambientaliste “anti Ponte sullo Stretto”). C’è una stretta sull’accattonaggio e vengono introdotto varie aggravanti su determinati delitti, se compiuti nei pressi di stazioni. Il testo estende, inoltre, il daspo ubano e la punibilità della resistenza passiva durante le rivolte in carcere e nei Cpr. Pene più severe sono previste, inoltre, per chi commette truffe agli anziani (un'aggravante che comporta detenzione da due a sei anni e multe fino a 3mila euro).
Tre le norme più contestate, quelle relative alla non punibilità degli agenti dell'intelligence, estesa ai reati associativi per finalità di terrorismo (in caso di autorizzazione della presidenza del Consiglio) e quella sulle detenute madri (anche con bimbi sotto i tre anni) per le quali è  prevista la detenzione negli Icam, gli istituti a custodia attenuata (prima l'applicazione del regime detentivo era a discrezione del magistrato di sorveglianza).  
Nonostante le critiche e le proteste, la maggioranza, come detto, tira dritto. A spingere molto sul decreto è la Lega, che  ha contribuito a rinfocolare le polemiche ripresentando un odg sulla castrazione chimica. Il documento, che a settembre era già stato accolto dal Governo durante la discussione del ddl sicurezza, è stato ripresentato dal deputato Igor Iezzi. L'ordine del giorno leghista prevede l'apertura di una commissione o un tavolo tecnico che possa valutare, “nel rispetto dei principi costituzionali e sovranazionale”, in caso di “reati di violenza sessuale”, la possibilità per il condannato di “aderire con il suo consenso a percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di blocco androgenico mediante terapie con effetto temporaneo e reversibile, diretti ad escludere il rischio di recidiva”. Si tratta del tavolo sul tema della castrazione chimica preannunciato la scorsa estate dallo stesso Iezzi.
Ilaria Storti

( 27 maggio 2025 )

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