Giovedì 31 luglio 2025, ore 17:17

Roma 

Dazi, Palazzo Chigi esclude una manovra correttiva 

La partita sui dazi per il governo Meloni non è affatto conclusa. Ora occorre studiare nei minimi dettagli l'intesa raggiunta dall'Ue e lottare per salvaguardare il più possibile gli interessi dell'Italia. Strappando esenzioni per alcuni settori cruciali (come le eccellenze del settore alimentare e della moda) e aiuti concreti da parte di Bruxelles. Inevitabile comunque che - concordato il 15% di massima - si inizi a riflettere anche sulle contromosse per limitare i danni economici e sociali dei nuovi balzelli a stelle e strisce. Diverse le leve ritenute possibili: la revisione del Pnrr del valore di 14 miliardi; la riprogrammazione dei fondi di coesione in favore dei soggetti colpiti che dovrebbe valere altri 11 miliardi; la battaglia per la modifica o sospensione del patto di stabilità; l'apertura, senza troppi tentennamenti, a nuovi mercati per l'export. Mentre nessuno nell'Esecutivo mette in conto la necessità di una manovra correttiva, evocata invece dalle opposizioni che rilanciano quanto diceva due settimane fa il titolare del Mef Giorgetti, e cioè che andare oltre la soglia del 10% è insostenibile.
Le trattative continuano su vari tavoli e sono solo a metà del guado. Per questo dentro Fratelli d’Italia molti predicano prudenza. Più articolate le reazioni dentro la Lega, dove alle prime dichiarazioni misurate son seguite quelle dure nei confronti dell'accordo tra Washington e Bruxelles. E da alcuni ambienti del Carroccio arrivano anche critiche all’attivismo del vicepremier azzurro Tajani. Il ministro degli Esteri ha infatti annunciato l'istituzione di una task force permanente sui dazi alla Farnesina per dare sostegno alle imprese durante l'incontro di lunedì pomeriggio con i rappresentanti delle imprese, ai quali ha spiegato come i negoziati con le controparti statunitensi andranno avanti nei prossimi giorni per meglio definire i dettagli in alcuni settori, tra cui alcuni di specifico interesse per l'Italia, come quello viti-vinicolo.
All'Europa si rivolge il presidente di Confindustria Emanuele Orsini, che chiede non solo di attuare da subito un nuovo piano industriale straordinario per le imprese, ma propone anche di sforare il Patto di stabilità oltre che per le armi e la difesa, "anche per l'industria. Viale dell’Astronomia conferma le stime sull'impatto dei dazi per le imprese: 22,6 miliardi. Un fardello cui si aggiunge anche la svalutazione dollaro-euro, che per noi vuol dire oggi incrementare il dazio di un 13%. L'accordo è complesso e tutti aspettano di valutarlo con attenzione, ma è già chiaro fin d'ora che l'effetto sarà pesante. ”Le prime stime segnalano per il 2025 un impatto diretto dei dazi al 15% a danno del nostro export nell'ordine di 8/10 miliardi: impatto cui bisogna aggiungere gli effetti della svalutazione del dollaro”, dice anche Confcommercio. E proprio il biglietto verde debole rischia di avere effetti anche sul mercato turistico italiano, osserva Confesercenti, che stima un impatto forte, con circa 300mila arrivi Usa in meno in Italia ed un calo di 600 milioni della spesa turistica americana.
Secondo lo Svimez con i dazi al 15% c'è il rischio, comprendendo il settore farmaceutico, di una riduzione del Pil di 6,296 miliardi (-0,3%), di una diminuzione delle esportazioni di 8,627 miliardi (-14%) e un calo delle unità di lavoro di 103.892 (-0,4%). Escludendo il settore farmaceutico il Pil si ridurrebbe di 5,43 miliardi (-0,2%), le esportazioni di 7,44 miliardi (-12%) e i posti di lavoro di 89.645 unità (-0,34%). Per il Mezzogiorno si avrebbe una riduzione delle esportazioni di 705 milioni (-11%), del Pil di 482 milioni (-0,1%) e di 8.519 unità di lavoro (-0,12%).
Lo Svimez segnala che la Lombardia è la regione che registrerebbe l'impatto più significativo con circa un quarto del Pil che si perderebbe nel complesso in Italia per i dazi al 15%. 9Guardando ai settori più colpiti nel Mezzogiorno l'agrindustria perderebbe 234 milioni di esportazioni su una perdita attesa nel complesso nella regione di 705 milioni seguita dalla farmaceutica (-133 milioni) e dalla meccanica (-85).
Giampiero Guadagni

( 29 luglio 2025 )

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