"Intervengo in questa sede come responsabile della gestione operativa di Stellantis, incarico che ho ricevuto dal Consiglio di Amministrazione lo scorso 2 dicembre 2024 a seguito delle dimissioni di Carlos Tavares. La sua successione sta procedendo secondo i tempi stabiliti: il nuovo Ceo di Stellantis sarà annunciato entro la prima metà dell'anno". Lo ha detto il presidente di Stellantis, John Elkann, audito dalla Commissione Attivita' produttive alla Camera.
"Per noi l'Italia ricopre un ruolo centrale. Lo scorso 11 luglio abbiamo festeggiato 125 anni di attività, un traguardo eccezionale per una startup nata nel 1899. Da allora ci siamo sviluppati affrontando le sfide dei tempi senza dimenticare le nostre radici. L'Italia per Fiat e Fiat per l'Italia hanno rappresentato e significano tuttora molto: lavoro, sviluppo, ma anche solidarietà, cultura e progresso sociale. Di questa nostra lunga storia noi siamo molto orgogliosi. Non è un fatto scontato".
Il presidente di Stellantis ha poi ricordato che uno studio realizzato dall'università LUISS Guido Carli sulla storia del gruppo dal 2004 al 2023 "evidenzia che dal 2004 al 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 16,7 milioni di autovetture e veicoli commerciali, per un valore complessivo della produzione nazionale di quasi 700 miliardi di euro. Calcolando gli effetti sulla filiera e le ricadute sui consumi delle famiglie, il valore complessivo della produzione in Italia negli ultimi venti anni sale a 1.700 miliardi di euro, con un valore aggiunto di 417 miliardi: per ogni euro di valore creato da Stellantis, se ne generano 9 nel resto dell'economia". sottolineando anche "il contributo che i nostri poli industriali hanno dato e tuttora danno al Mezzogiorno, portando lavoro, investimenti, sviluppo imprenditoriale, crescita infrastrutturale. L'auto italiana ha unito il Paese riducendo i divari e creando opportunità". Elkann ha ribadito come "negli ultimi 20 anni il mercato domestico è calato del 30%, mentre l'occupazione si è ridotta di circa il 20%". "Questo - sottolinea - significa che l'azienda ha difeso la produzione e l'occupazione degli stabilimenti del Paese grazie all'export dei marchi italiani, oltre alle Jeep prodotte in Basilicata, alle Dodge in Campania, ai van Citroen, Opel e Peugeot in Abruzzo e più recentemente alle DS a Melfi".
Elkann ha poi detto che: "In questi 20 anni l'azienda ha pagato direttamente 14 miliardi di imposte all'erario. Se si tiene conto anche del gettito legato all'Iva e alle imposte versate per conto dei dipendenti, questo valore sale a 32,2 miliardi.
La spesa per investimenti e ricerca e sviluppo in Italia è stata pari a 53 miliardi, a fronte di contributi pubblici pari a 1 miliardo: un rapporto fra dare e avere di 50:1. Aggiungo un dato molto importante. Stellantis nel 2024 è stato il Gruppo che ha depositato più brevetti industriali in Italia. Ogni brevetto non è solo un numero, ma un passo avanti nell'innovazione tecnologica del Paese".
Stellantis è il "quarto costruttore mondo, 157 mld fatturato Con i suoi 14 marchi vende 5,5 milioni di veicoli di cui meno della metà in Europa". "Venti anni fa lottavamo per la sopravvivenza - ha detto - oggi siamo fra i primi costruttori al mondo. Di questo straordinario percorso di sviluppo, l'Italia e gli italiani hanno avuto grande merito e a tutto il Paese va la nostra gratitudine".
Elkann proseguendo nella sua analisi ha detto che "L'aumento della produzione in Europa ed in Italia nel prossimo ventennio dipenderà dalla crescita del mercato, che sarà sempre più elettrico, e il costo della batteria ad oggi rappresenta fino al 45% del costo totale del veicolo elettrico. Oggi sono attive 263 Gigafactory in tutto il mondo: 214 sono localizzate in Cina, solo 13 in Europa. Le aziende cinesi hanno il primato del mercato, non solo in termini di produzione ma soprattutto di tecnologia. L'impegno della Commissione europea di mettere a disposizione 1,8 miliardi di euro con l'Industrial Action Plan per produrre batterie a livello europeo è uno sforzo iniziale ma non sufficiente a colmare il divario con la Cina". "Il settore automobilistico europeo si trova in una fase critica, dovendo far fronte alla crescente pressione esercitata dagli obiettivi normativi in materia di CO2 e alla diminuzione della propria competitività globale. Questo settore è un esempio chiave della mancanza di pianificazione, a cui è stata imposta una rigida politica climatica senza aver creato le condizioni industriali che la favoriscano".
"Le norme sulla decarbonizzazione hanno creato un mercato frammentato e non omogeneo. Per fare un esempio: nel 2024 in mercati piccoli come Belgio, Svezia, Olanda, Finlandia e Danimarca, la quota di immatricolazioni di veicoli elettrici è superiore al 30%. Ma nei principali mercati europei (Germania, Francia, Italia e Spagna), che rappresentano il 70% del totale delle immatricolazioni europee, questa quota non supera il 17%, con il dato italiano che stenta a muoversi dal 4% da due anni. In altre parole, in Belgio si vendono il doppio delle auto elettriche vendute in Italia". In Stellantis, ha continuato il presidente, "continuiamo a sostenere che l'elettrificazione è lo strumento più efficace per raggiungere la decarbonizzazione. Allo stesso tempo, per centrare gli obiettivi climatici del 2035 è necessario utilizzare l'intera gamma di tecnologie a basse e zero emissioni, sia per i nuovi veicoli che per la flotta esistente. Le modifiche al regolamento CO2 annunciate due settimane fa dalla Commissione europea- ha chiosato Elkann- vanno nella direzione di posticipare gli oneri a carico dei costruttori che non riescono a rispettare gli obiettivi nel breve termine. Si tratta tuttavia di interventi di corto respiro, che non danno la necessaria certezza al mercato. In Acea, l'Associazione Europea dei Costruttori di cui facciamo parte, e in Clepa, che riunisce i fornitori automotive europei, auspichiamo di trovare il punto di sintesi capace di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica e sociale".
Per quanto riguarda il 2025 il presidente di Stellantis annucia che "Per l'anno in corso stiamo spendendo circa 2 miliardi di euro di investimenti e 6 miliardi di euro in acquisti da fornitori italiani. Dalla sua nascita nel gennaio 2021, Stellantis ha acquistato servizi e componenti dalla filiera italiana dell'auto per un valore di 24 miliardi di euro, che diventeranno 30 alla fine del 2025. Queste risorse spese in Italia dimostrano l'importanza del legame con la filiera italiana, rappresentata dall'Anfia. Un'eccellenza che ci ha accompagnato nel mondo e che è cresciuta insieme a noi".