La Cisl ricorda poi che la partecipazione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Sottolinea Fumarola: ”Abbiamo creduto in un progetto di legge - la Legge 76 - frutto di una nostra proposta di iniziativa popolare sostenuta da oltre 400mila firme. Oggi, tuttavia, siamo preoccupati: nella manovra di bilancio del Governo non compare il rifinanziamento di quella legge; e questo rischia di compromettere la possibilità di consolidare strumenti efficaci per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Incentivare la partecipazione e sostenere la contrattazione significa rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità del lavoro nel nostro Paese. Abbiamo potuto verificare che laddove la partecipazione si è realizzata, ha generato maggiore produttività, ma anche una più forte consapevolezza collettiva. Maggiore produttività significa salari più alti, più attenzione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, una battaglia sulla quale non abbassiamo mai la guardia, perché purtroppo ogni giorno si continuano a contare morti sul lavoro. È cresciuta anche la capacità di contrattare forme di welfare più vicine alle esigenze delle persone. Questa azione partecipativa si è sviluppata soprattutto nella dimensione organizzativa, generando risultati tangibili per i lavoratori e qualificando al tempo stesso l'impresa”. Ecco perché, conclude Fumarola, ”bisogna puntare con decisione su una contrattazione di secondo livello flessibile, partecipata e di qualità, costruendo insieme il futuro del lavoro”.
Giampiero Guadagni
