Venerdì 24 ottobre 2025, ore 2:26

Lavoro 

Fumarola: la contrattazione va rimessa al centro 

In Italia la copertura dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative raggiunge circa il 90-95%. ”È per questo motivo che, come abbiamo più volte ribadito, riteniamo non necessario introdurre un salario minimo legale: esiste già una rete contrattuale ampia ed efficace. La priorità, piuttosto, è riportare all'interno di questa copertura le categorie che oggi ne restano escluse, rafforzando così il ruolo della contrattazione collettiva”. Lo ha sottolineato la segretaria generale della Cisl Daniela Fumarola, intervenendo al Global Welfare Summit. Aggiunge Fumarola: ”Rimettere al centro la cultura della contrattazione significa riconoscere pienamente il valore dei corpi intermedi e delle organizzazioni sindacali e professionali. In questa direzione, è fondamentale proseguire il lavoro avviato dal Cnel, volto alla riorganizzazione dei contratti e, soprattutto, alla loro valutazione nel merito. Dei circa mille contratti depositati, solo 250 possono essere considerati di qualità, sottoscritti da soggetti realmente rappresentativi. Il resto rappresenta una forma di dumping contrattuale che danneggia sia i lavoratori che le imprese”. Oggi, osserva la numero uno del sindacato di Via Po, ”il nostro Paese non ha un problema di quantità di lavoro: gli occupati hanno raggiunto livelli mai registrati nella storia repubblicana. Il vero nodo è la qualità del lavoro, che significa applicazione corretta dei contratti riconosciuti, ma anche investimenti in formazione e competenze. La produttività, infatti, non cresce per decreto: cresce se si investe nelle persone, se si rafforzano le competenze dei lavoratori e delle lavoratrici, consentendo alle imprese di innovare e competere”. Secondo Fumarola ”è necessario rinnovare tutti i contratti pubblici e privati, che contengono tutele e diritti fondamentali per la crescita della produttività e dei salari. Innovazione e formazione devono camminare insieme: formare i lavoratori alle nuove tecnologie, anche all'intelligenza artificiale, significa renderli protagonisti dei processi produttivi e promuovere anche la partecipazione”.
La Cisl ricorda poi che la partecipazione non è uno slogan, ma un impegno concreto. Sottolinea Fumarola: ”Abbiamo creduto in un progetto di legge - la Legge 76 - frutto di una nostra proposta di iniziativa popolare sostenuta da oltre 400mila firme. Oggi, tuttavia, siamo preoccupati: nella manovra di bilancio del Governo non compare il rifinanziamento di quella legge; e questo rischia di compromettere la possibilità di consolidare strumenti efficaci per la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese. Incentivare la partecipazione e sostenere la contrattazione significa rafforzare la coesione sociale e migliorare la qualità del lavoro nel nostro Paese. Abbiamo potuto verificare che laddove la partecipazione si è realizzata, ha generato maggiore produttività, ma anche una più forte consapevolezza collettiva. Maggiore produttività significa salari più alti, più attenzione alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, una battaglia sulla quale non abbassiamo mai la guardia, perché purtroppo ogni giorno si continuano a contare morti sul lavoro. È cresciuta anche la capacità di contrattare forme di welfare più vicine alle esigenze delle persone. Questa azione partecipativa si è sviluppata soprattutto nella dimensione organizzativa, generando risultati tangibili per i lavoratori e qualificando al tempo stesso l'impresa”. Ecco perché, conclude Fumarola, ”bisogna puntare con decisione su una contrattazione di secondo livello flessibile, partecipata e di qualità, costruendo insieme il futuro del lavoro”.
Giampiero Guadagni

( 23 ottobre 2025 )

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