A Palazzo Chigi tutte le categorie produttive hanno chiesto sostegno, misure straordinarie, ”misure di crisi”, come dice Confcooperative. Il pacchetto messo in campo dal Governo si articola in una serie di interventi: ”Abbiamo individuato nell'ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l'occupazione e aumentare l'efficienza della produttività”, spiega Meloni. A queste risorse si aggiungono circa 11 miliardi dei fondi di coesione, che nelle intenzioni dell’Esecutivo ”possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti”. Ulteriori fondi potrebbero arrivare da una revisione del Piano per il clima: la dotazione complessiva dell'Ue per il periodo 2026-2032 ammonta a 54 miliardi di euro e prevede per il nostro Paese circa 7 miliardi di euro complessivi destinati alla riduzione dei costi energetici per famiglie e micro imprese. Per l’Esecutivo il nodo dazi va affrontato con pragmatismo e senza allarmismi, che ”rischiano di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi”. La risposta alla mannaia' sulle merci europee, secondo il Governo, passa anche per una de-regulation a livello Ue e per una sburocratizzazione del quadro normativo, intervenendo sulle "regole ideologiche" e "poco condivisibili" del Green Deal.
Parallelamente alla trattativa con gli Usa, infatti, per Meloni bisogna che la Ue elimini i dazi che si è ”autoimposta”. Roma vuole avviare un forte negoziato con Bruxelles per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità nella revisione del Pnrr, nell'utilizzo dei fondi di coesione e nella definizione del Piano sociale per il clima. Un'altra importante questione da affrontare per l'Europa è ”evitare che la sovrapproduzione della Cina e di altri Paesi soprattutto asiatici colpiti dai dazi statunitensi impatti nel nostro mercato interno”. E in tal senso l'Italia guarda con favore alla task force proposta da Ursula von der Leyen per la sorveglianza delle importazioni. Altra strada da percorrere è la promozione del Made in Italy a livello internazionale.
Giampiero Guadagni